Stability AI ha annunciato il lancio di “Stability for Blender”, una nuova diffusione stabile gratuita e facile da usare all’interno del software di computer grafica 3D open source Blender. Questo nuovo strumento consente agli utenti di generare trame, video e altro all’interno di Stable Diffusion, aggiungendo effetti di post-elaborazione AI ai rendering con solo una connessione Internet, senza la necessità di possedere hardware costoso.
Le caratteristiche di Stability per Blender includono la possibilità di trasformare le creazioni con Stable Diffusion in base agli effetti di post-elaborazione, generare trame e immagini per qualsiasi scopo con l’integrazione dell’editor di immagini e keyframe tutte le proprietà per la generazione di immagini, tra le altre.
Inoltre, gli utenti possono generare texture e video direttamente all’interno di Stable Diffusion, semplificando i flussi di lavoro e creando risorse altamente personalizzabili che riducono i tempi e i costi. L’aggiunta di Stability per Blender è il modo ufficialmente supportato da Stability AI per utilizzare il suo SDK all’interno di Blender.
Per utilizzare Stability per Blender, è necessario installare l’addon e inserire la propria chiave API Stability. Successivamente, è possibile selezionare il pannello di stabilità nella vista 3D o nell’editor di immagini per generare immagini e trame.
Stability AI è una delle principali società di intelligenza artificiale generativa open source, impegnata a portare l’infrastruttura di nuova generazione a un pubblico globale. Con sede a Londra e sviluppatori in tutto il mondo, la società collabora con partner del settore pubblico e privato per promuovere la ricerca all’avanguardia in diversi campi, come imaging, linguaggio, codice, audio, video, contenuti 3D, design, biotecnologie e altri studi scientifici.
Il team ha proposto un computer a singolo atomo non lineare con le informazioni di input codificate direttamente in luce e l’output anche sotto forma di luce. Il calcolo viene quindi determinato dai filtri attraverso i quali viene fatta passare l’emissione luminosa.
“La nostra ricerca ha confermato che questo approccio funziona in linea di principio, oltre a confermare il fatto che il sistema ha funzionato meglio quando la luce in ingresso è stata progettata per indurre un grado più elevato di non linearità nel sistema”, afferma McCaul. “Probabilmente direi che ciò che stiamo cercando di sottolineare con questo lavoro è che il sistema minimo in grado di calcolare esiste davvero a livello di un singolo atomo e che il calcolo può essere eseguito esclusivamente con processi ottici”.