
Il termine Intelligenza Artificiale (AI) è un termine un po 'generico che si riferisce alle diverse possibilità offerte dai recenti sviluppi tecnologici. Dall'apprendimento automatico all'elaborazione del linguaggio naturale, le testate giornalistiche possono utilizzare l'intelligenza artificiale per automatizzare un numero enorme di attività che costituiscono la catena di produzione giornalistica, tra cui il rilevamento, l'estrazione e la verifica dei dati, la produzione di storie e grafici, la pubblicazione (con ordinamento, selezione e prioritizzazione filtri) e contrassegnare automaticamente gli articoli.
Questi sistemi offrono numerosi vantaggi: velocità nell'esecuzione di procedure complesse basate su grandi volumi di dati; supporto alla routine giornalistica attraverso alert sugli eventi e fornitura di bozze di testi da integrare con informazioni contestuali; un'espansione della copertura mediatica ad aree che in precedenza non erano coperte o non erano ben coperte (i risultati delle partite tra club sportivi "piccoli", ad esempio); ottimizzazione della copertura delle notizie in tempo reale; rafforzare i legami di un media con il suo pubblico fornendo loro un contesto personalizzato in base alla loro posizione o preferenze; e altro ancora.
Ma c'è un rovescio della medaglia: l'efficienza di questi sistemi dipende dalla disponibilità e dalla qualità dei dati in essi immessi. Il principio di garbage in, garbage out (GIGO), provato e testato nel mondo IT, afferma essenzialmente che senza un input affidabile, accurato e preciso, è impossibile ottenere un output affidabile, accurato e preciso.
L'automazione delle notizie è l'aspetto più visibile di questo fenomeno e ha indubbiamente dato origine ai dibattiti più accesi all'interno della professione giornalistica. L'idea di "giornalismo robotico", come viene spesso chiamato, ha contribuito a visioni distopiche e utopiche.
Nel peggiore dei casi, l'automazione potrebbe minacciare i posti di lavoro e l'id...
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