Le critiche a “Gemini”, il chatbot di Google accusato di pregiudizi razziali, non accennano a placarsi. Il product manager di Google, Jack Krauchik, responsabile del progetto, ha deciso di chiudere i suoi account sui social media e di astenersi dal commentare fino a quando la questione non sarà risolta.
Tuttavia, la situazione interna a Google sembra essere tesa. Secondo quanto riferito da Bloomberg, alcuni dipendenti del team Trust and Safety, che si occupa della sicurezza e dell’affidabilità dei prodotti Google, sono stati licenziati.
La CNBC ha riportato che Krauchik ha cancellato informazioni dai suoi profili social come Twitter e LinkedIn e ha reso privati alcuni account. In qualità di responsabile di Gemini, era lui il primo a rispondere alle accuse di pregiudizi razziali, sostenendo che si trattava di un problema tecnico che sarebbe stato risolto.
Ma la situazione è degenerata. I tweet di Elon Musk, tra gli altri, hanno alimentato le polemiche e Krauchik, pur non ritirandosi dal progetto, ha preferito evitare di rilasciare dichiarazioni ufficiali fino a nuovo ordine.
Nel frattempo, il CEO di Google Sundar Pichai ha assicurato che l’azienda sta lavorando “24 ore su 24” per risolvere il problema e ripristinare il servizio il prima possibile.
Tuttavia, i licenziamenti nel team Trust and Safety destano preoccupazione. Si tratta di un’estensione dei piani di ridimensionamento annunciati da Google all’inizio dell’anno, ma il fatto che i dipendenti coinvolti siano proprio quelli che si occupano di sicurezza e affidabilità dell’intelligenza artificiale fa storcere il naso.
Fonti interne all’azienda riferiscono che il team è oberato di lavoro. A causa dell’attuale bufera su Gemini, ai dipendenti è stato chiesto di lavorare anche nei fine settimana per effettuare test e scongiurare ulteriori errori. Il carico di lavoro è “schiacciante” e il morale del team è basso.
La vicenda Gemini ha acceso i riflettori su un problema più ampio: la necessità di un maggiore controllo e di una maggiore attenzione all’etica nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Google, come altre aziende tech, dovrà trovare un modo per bilanciare la rapidità dell’innovazione con la sicurezza e la responsabilità.