Il mondo dell’intelligenza artificiale generativa è in rapida evoluzione, e la vera frontiera per le grandi aziende non risiede più soltanto nella potenza dei Large Language Models (LLM), ma nella loro capacità di agire in modo autonomo e affidabile all’interno dei flussi operativi di un’azienda. Gli agenti di intelligenza artificiale, destinati a prendere decisioni, eseguire transazioni e automatizzare funzioni complesse, rappresentano il prossimo passo di questa rivoluzione. Tuttavia, per compiere questa transizione con successo, l’architettura dati che li alimenta richiede un aggiornamento fondamentale, abbandonando gli approcci statici in favore di un contesto dinamico e in tempo reale.

Tradizionalmente, per colmare il divario tra la conoscenza generale pre-addestrata dell’LLM e le informazioni aziendali specifiche, si è fatto ricorso al pattern di architettura noto come Retrieval-Augmented Generation (RAG). Il RAG è un meccanismo ingegnoso: invece di costosi retraining completi del modello, esso recupera informazioni rilevanti da una base di conoscenza aziendale (documenti, database, ecc.) e le fornisce all’LLM come contesto aggiuntivo al momento della query. Questo ha permesso di ridurre significativamente le “allucinazioni” dell’AI e di ancorare le risposte a fatti aziendali concreti.

Nonostante la sua utilità, il RAG nella sua forma più basilare si rivela insufficiente per la nuova era degli agenti autonomi. Il problema risiede nella natura dei dati e nella loro presentazione.

In primo luogo, il RAG è storicamente ottimizzato per l’accesso a dati statici o che cambiano lentamente: documenti, politiche HR, manuali o vecchi ticket di assistenza. Questi dati sono spesso archiviati in vector database e vengono recuperati in blocchi discreti. Ma un agente AI in un contesto aziendale reale non ha bisogno solo di documenti statici; deve operare su un mondo in perenne movimento. Deve sapere se un ordine è stato appena spedito, se lo stock di un prodotto è esaurito in questo preciso istante o se un utente ha abbandonato il carrello un secondo fa. Il contesto aziendale non è una pila di documenti: è un flusso continuo di eventi.

In secondo luogo, la maggior parte dei dati aziendali non sono subito pronti per l’AI. I dati grezzi sono spesso “sporchi” o sono associati a codici e ID interni criptici e non interpretabili senza conoscere l’applicazione che li ha generati. Affinché un agente possa agire in modo affidabile, i dati devono essere arricchiti e trasformati in un contesto significativo. Questo significa aggiungere la tassonomia aziendale, le regole di business e le relazioni chiave, creando di fatto un “cervello condiviso” o un “livello semantico” che unifichi la conoscenza frammentata dell’azienda in una forma strutturata e coerente. Senza questo strato di coerenza e standardizzazione, l’agente è costretto a navigare nella stessa confusione terminologica e logica che affliggerebbe un nuovo dipendente.

La soluzione a questo anello mancante è un’architettura dati incentrata sullo streaming in tempo reale. La piattaforma di dati deve evolvere per fornire non solo informazioni puntuali (come fa il RAG), ma un flusso vivo di contesto che sia:

  • Immediato: L’agente deve agire su eventi che si sono verificati pochi millisecondi fa, riducendo i cicli decisionali da ore o giorni a secondi.
  • Governato: In un sistema in cui gli agenti agiscono autonomamente, è essenziale che l’accesso ai dati sia controllato, tracciato e conforme alle normative aziendali e di sicurezza (ad esempio, a livello di riga).
  • Arricchito: I dati devono essere puliti, contestualizzati e dotati di un significato aziendale prima di raggiungere l’agente.

A tal fine, emerge la necessità di un Motore di Contesto in Tempo Reale (Real-Time Context Engine). Questo serving layer specializzato si interpone tra i sistemi di origine dei dati (come Kafka o i flussi di eventi) e gli agenti AI. Il suo compito è prendere gli eventi in movimento – un nuovo clic del cliente, un aggiornamento del database di inventario – arricchirli con le regole di business e il contesto semantico, e servirli all’agente sotto forma di un’intelligenza istantaneamente interrogabile.

Questo approccio non è un semplice upgrade del RAG, ma un cambio di paradigma che sposta l’attenzione dalla ricerca passiva di documenti all’azione proattiva basata su eventi in tempo reale. Per le aziende, la capacità di integrare gli stream di dati con gli agenti AI non è solo un vantaggio, ma la precondizione necessaria per costruire sistemi di intelligenza artificiale veramente autonomi, scalabili e capaci di generare valore di business misurabile. La vera intelligenza artificiale aziendale richiede dati in movimento, e l’agente AI del futuro sarà un Agente in Streaming, che non si limita a consultare i dati, ma vi opera al loro interno.

Di Fantasy