Apple ha recentemente dichiarato di non avere intenzione di sviluppare un proprio motore di ricerca per competere con Google, ritenendo tale impresa economicamente rischiosa. Questa affermazione è emersa nel contesto di una causa antitrust in corso negli Stati Uniti, in cui il Dipartimento di Giustizia ha sollevato preoccupazioni riguardo all’accordo tra Apple e Google, che prevede l’impostazione predefinita di Google come motore di ricerca sui dispositivi Apple in cambio di significativi compensi finanziari.

Eddy Cue, Senior Vice President dei servizi di Apple, ha spiegato che la creazione di un motore di ricerca richiederebbe investimenti di miliardi di dollari e diversi anni di sviluppo. Ha inoltre sottolineato che il settore dei motori di ricerca sta evolvendo rapidamente, soprattutto con l’integrazione dell’intelligenza artificiale, rendendo l’investimento ancora più incerto e rischioso. Cue ha aggiunto che la costruzione di una piattaforma per la vendita di pubblicità mirata, necessaria per monetizzare un motore di ricerca, non è in linea con il core business di Apple e potrebbe entrare in conflitto con le sue politiche sulla privacy degli utenti.

Queste dichiarazioni sono state presentate in risposta alle accuse secondo cui l’accordo tra Apple e Google potrebbe limitare la concorrenza nel mercato dei motori di ricerca. Il Dipartimento di Giustizia sostiene che tali accordi ostacolino l’ingresso di nuovi concorrenti nel settore, consolidando il dominio di Google. Apple, tuttavia, difende la sua posizione affermando che l’utilizzo di Google come motore di ricerca predefinito offre benefici sia all’azienda che ai consumatori, e che sviluppare un proprio motore di ricerca non sarebbe economicamente vantaggioso.

Parallelamente, il governo giapponese ha recentemente espresso preoccupazioni simili riguardo agli accordi di condivisione dei ricavi tra Google e produttori di dispositivi, come Samsung, suggerendo che tali pratiche potrebbero violare le leggi antitrust. Google ha contestato queste accuse, difendendo la legittimità dei suoi accordi commerciali.

Di Fantasy