Nel mondo dell’arte digitale, una questione sta dividendo artisti e creatori: l’uso dell’intelligenza artificiale generativa (IA). Savage Interactive, l’azienda australiana dietro l’app di pittura digitale Procreate, ha recentemente annunciato la sua decisione di non integrare l’IA generativa nei propri prodotti. Una scelta coraggiosa, che il CEO James Cuda ha giustificato dichiarando: “Preferisco che i nostri prodotti parlino da soli. Odio davvero l’intelligenza artificiale generativa. Non mi piace quello che sta succedendo nel settore e non mi piace quello che sta facendo agli artisti.”
Questa dichiarazione arriva in un momento in cui molte aziende del settore creativo stanno abbracciando l’IA generativa come un mezzo per aumentare la produttività e ampliare le possibilità creative. Adobe, uno dei principali concorrenti di Procreate, sta attivamente integrando l’IA nei suoi strumenti, offrendo funzionalità avanzate come il riempimento generativo in Photoshop, che consente agli utenti di aggiungere o rimuovere elementi dalle immagini con facilità.
La decisione di Savage Interactive ha sollevato una discussione accesa all’interno della comunità artistica. Da un lato, ci sono coloro che sostengono la posizione di Procreate, vedendo l’IA generativa come una minaccia alla creatività umana. Dall’altro, molti artisti vedono l’IA come un’evoluzione naturale, uno strumento che democratizza la creazione artistica e permette anche ai meno esperti di esplorare nuove forme di espressione.
Un esempio lampante di questa evoluzione è David Sandonato, un artista digitale italiano che ha iniziato a vendere cataloghi di prompt per Midjourney, una piattaforma per la creazione di arte generativa. La sua attività, nata come un progetto secondario, è cresciuta rapidamente, rendendolo uno degli artisti più quotati su PromptBase, un marketplace dedicato a prompt artistici IA.
In parallelo, l’artista dei nuovi media Refik Anadol ha catturato l’attenzione del pubblico con le sue installazioni che uniscono arte e intelligenza artificiale. Il suo lavoro, presentato all’evento GTC di NVIDIA, ha mostrato come l’IA possa essere utilizzata per creare opere d’arte che sfidano le percezioni tradizionali.
Tuttavia, l’adozione dell’IA generativa non è priva di controversie. Alcuni critici sottolineano che questa tecnologia si basa su dati prelevati da Internet senza attribuire adeguato merito agli autori originali. Anche se aziende come Adobe stanno iniziando a compensare gli artisti per l’uso delle loro opere nell’addestramento dei modelli IA, resta il timore che l’IA possa minare l’originalità e il valore dell’arte creata dall’uomo.
Nel frattempo, i concorrenti di Procreate non rallentano. Canva, ad esempio, ha recentemente acquisito Leonardo, una startup specializzata in contenuti generati dall’IA, per rafforzare la sua offerta di strumenti creativi. Canva Magic Media, una delle nuove funzionalità introdotte, permette di creare immagini e video a partire da semplici prompt di testo, ampliando ulteriormente le possibilità creative per i suoi 180 milioni di utenti.