Google e Universal Music Group (UMG) stanno attualmente impegnandosi per giungere a un accordo di licenza riguardante le creazioni musicali generate tramite intelligenza artificiale, comprese le rappresentazioni vocali deepfake di artisti già esistenti. Secondo quanto riportato dal Financial Times, le due aziende sono al centro di discussioni iniziali che mirano a stabilire un sistema di approvazione e compensi sia per l’etichetta discografica che per i suoi artisti.
Questo passo è stato intrapreso da Google e UMG per affrontare l’espansione rapida delle tecnologie legate alle composizioni musicali sintetiche, cercando di evitare complicati divieti e infruttuosi contrasti legali. Invece di intraprendere questa strada, sembra che l’obiettivo sia quello di sviluppare un framework che permetta di concedere licenze e riscuotere royalties per le canzoni generate dall’intelligenza artificiale e per le interpretazioni vocali clonate degli artisti UMG, purché questi ultimi scelgano di partecipare al progetto.
Non è la prima volta che UMG è coinvolta in questioni relative al copyright legate alle creazioni deepfake. L’etichetta ha precedentemente inviato notifiche di violazione del copyright a servizi di streaming che avevano reso virali brani deepfake come quello di Drake e la canzone di The Weeknd, “Heart On My Sleeve”, che aveva già ottenuto oltre 10 milioni di visualizzazioni su TikTok. Anche la piattaforma di streaming Deezer sta attivamente lavorando a strumenti basati sull’intelligenza artificiale per identificare e rimuovere le interpretazioni vocali deepfake e le canzoni generate sinteticamente dalla propria piattaforma.
La normativa attuale riguardante i deepfake è ancora in fase di definizione, il che ha spinto molti a esplorare varie forme di sperimentazione nell’ambito delle creazioni musicali generate da intelligenza artificiale. Ad esempio, il noto DJ e produttore musicale francese David Guetta ha creato e presentato un brano di Eminem interamente scritto ed eseguito da un’IA, chiamato “Emin-AI-em”, ma successivamente ha dovuto chiedere scusa per l’iniziativa. Allo stesso modo, Timbaland ha condiviso un campione di una canzone che includeva una voce deepfake del defunto Notorious BIG, ma ha abbandonato il progetto a seguito delle reazioni negative dei fan del rapper. In un contesto simile, l’artista Grimes ha persino offerto il 50% dei diritti d’autore su qualsiasi brano generato da un’IA che utilizza la sua voce. Inoltre, Holly Herndon offre liberamente una versione sintetica della sua voce, chiamata Holly+, per creare musica, mentre il gruppo musicale YACHT ha addestrato un modello di IA per comporre l’intero album “Chain Tripping”.
La scelta di Google come potenziale partner per l’IA generativa da parte di UMG è comprensibile, dato che Google aveva presentato MusicLM, un generatore di testi musicali, ma ha deciso di non renderlo pubblico per evitare potenziali violazioni del copyright. Questa precauzione sembra essere apprezzata da UMG. È importante notare anche l’opportunità di questi colloqui, considerando che Meta ha appena lanciato Audiocraft, uno strumento di IA generativa per la musica in modalità open source, e che la musica generata da IA sta diventando sempre più presente in servizi di video sintetici come Vimeo e Adobe.