OpenAI ha operato in perdita e non prevede di raggiungere la redditività prima del 2029, con le perdite che potrebbero aumentare fino a 14 miliardi di dollari entro il 2026. I costi elevati per l’addestramento dei modelli di linguaggio, che potrebbero raggiungere i 9,5 miliardi di dollari all’anno entro il 2026, rendono indispensabile il supporto infrastrutturale fornito da Microsoft. I server Azure di Microsoft sono stati fondamentali per il training di modelli come GPT-3 e GPT-4, e Sam Altman, CEO di OpenAI, ha riconosciuto pubblicamente il ruolo di Microsoft nel successo della startup.
Microsoft, da parte sua, ha tratto grandi benefici dalla collaborazione con OpenAI. I modelli di OpenAI alimentano molti dei prodotti di punta di Microsoft, come Copilot 365, e la stretta collaborazione ha portato anche al recente lancio di agenti Copilot per la piattaforma Microsoft 365, progettati per personalizzare l’intelligenza artificiale a seconda delle esigenze delle aziende. Il CEO di Microsoft, Satya Nadella, ha spesso elogiato OpenAI, descrivendo la relazione tra le due aziende come simbiotica.
Nonostante i forti legami tra le due aziende, sia Microsoft che OpenAI stanno esplorando modi per ridurre la loro reciproca dipendenza. OpenAI ha cercato nuove partnership con altri fornitori di servizi cloud, come Oracle, per diversificare le proprie fonti di elaborazione e migliorare la scalabilità dei suoi servizi. Allo stesso tempo, Microsoft ha continuato a sviluppare i propri modelli di linguaggio avanzati, come Phi-3.5, che competono direttamente con le soluzioni di Google e Meta.
L’analisi di CCS Insight prevede che, nonostante gli sforzi di diversificazione, OpenAI potrebbe essere costretta a vendere a Microsoft entro i prossimi tre anni, vista la difficoltà di raccogliere fondi sufficienti per sostenere i costi operativi. Questa previsione si inserisce in un contesto in cui OpenAI ha recentemente aperto un nuovo ufficio vicino alla sede di Microsoft a Seattle, segno di un rafforzamento del legame tra le due aziende. Il futuro di OpenAI sembra quindi strettamente intrecciato con quello di Microsoft, in una partnership che ha permesso alla startup di diventare uno dei principali protagonisti nel campo dell’intelligenza artificiale.