Perplexity, una startup in prima linea nel settore dell’intelligenza artificiale che risponde alla ricerca di Google, è al centro di una controversia sul copyright legata alla sua funzione di riepilogo delle notizie.
Secondo quanto riportato da Bloomberg, Perplexity ha risposto alle accuse di Forbes riguardo al presunto furto di un articolo dello scorso fine settimana, sostenendo che la loro funzione “Pages” è ancora in fase di sviluppo e miglioramento.
Forbes ha notato che il riassunto delle notizie pubblicato da Perplexity era molto simile all’articolo originale, criticandoli per non aver dichiarato chiaramente la fonte.
Il CEO di Perplexity, Arvind Srivas, ha ammesso che gli strumenti di intelligenza artificiale possono presentare instabilità nelle fasi iniziali e ha dichiarato che la funzionalità migliorerà col tempo. Ha anche concordato sul fatto che è importante indicare chiaramente la fonte.
“Pages” è una funzione lanciata da Perplexity il mese scorso, che trasforma le informazioni richieste in articoli o rapporti comprensibili in pochi secondi, inclusa la grafica.
Il problema è che gli articoli generati da “Pages” somigliavano troppo agli articoli originali, configurando un fenomeno chiamato “riflusso” quando l’IA restituisce la fonte originale come output.
Forbes ha criticato il fatto che il logo e il nome dell’azienda non fossero stati chiaramente indicati nell’articolo generato da Perplexity, definendolo un furto.
Finora, le controversie sul copyright legate all’IA si concentravano sull’uso non autorizzato dei dati per l’apprendimento. Tuttavia, questa volta, con la ricerca AI generata in tempo reale, il problema è diverso.
Perplexity ha recentemente attratto investimenti per 63 milioni di dollari, valutando la società oltre 1 miliardo di dollari. Questo rapido aumento di valore indica che le controversie sul copyright potrebbero continuare a essere una sfida per la società, data la sua crescente popolarità grazie alla fornitura di informazioni in tempo reale.