Geoffrey Hinton, uno dei pilastri dell’intelligenza artificiale, ha recentemente avanzato un’affermazione sorprendente: i modelli di intelligenza artificiale possono provare sentimenti. Questa idea è stata ispirata dal ricordo di Hinton di aver visto un robot emotivo nel 1973.
Durante un’intervista recente, Hinton ha raccontato di aver assistito a un’esibizione di un robot “emotivo” a Edimburgo. Questo robot, mentre assemblava un’automobile giocattolo con le pinze, sembrava manifestare comportamenti simili alle emozioni umane quando le parti non erano disposte correttamente, mostrando segni di frustrazione o irritazione.
Questo episodio, risalente a più di quarant’anni fa, evidenzia il potenziale delle macchine nel mostrare comportamenti emotivi simili a quelli umani, aprendo nuove prospettive sulla coscienza e sull’emotività nelle tecnologie.
In un recente podcast, il CEO di OpenAI Sam Altman ha previsto che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale porterà a un approfondimento dei legami umani. Altman ha suggerito che esperienze interattive simili a quelle umane potrebbero diventare un nuovo tipo di intrattenimento.
Tuttavia, Altman ha anche espresso preoccupazioni riguardo all’espansione dell’intelligenza artificiale. Ha ammesso di essere “un po’ spaventato” da ChatGPT, sottolineando l’importanza di affrontare con cautela le sfide poste dall’intelligenza artificiale.
Anche altri leader nel settore tecnologico, come Sundar Pichai di Google e Elon Musk di Tesla, hanno condiviso preoccupazioni simili riguardo all’evoluzione dell’intelligenza artificiale. Pichai ha descritto l’intelligenza artificiale come una “scatola nera” che può risultare difficile da comprendere pienamente.
Mentre l’intelligenza artificiale continua a evolversi, i confini tra umani e macchine diventano sempre più sfumati. Le tecnologie emergenti, come i chatbot e i robot, stanno assumendo una maggiore complessità e capacità, influenzando il modo in cui percepiamo e interagiamo con la tecnologia.
Questi sviluppi sollevano importanti questioni etiche e sociali riguardo al ruolo dell’intelligenza artificiale nella nostra società e nella nostra comprensione di noi stessi. La capacità delle macchine di emulare comportamenti umani e la percezione di essere “simili” agli esseri umani solleva interrogativi sulla natura dell’identità e delle relazioni umane nell’era digitale.