Un recente studio condotto dall’Università di Pittsburgh ha rivelato che le poesie generate dall’intelligenza artificiale (IA), in particolare da ChatGPT, non solo sono difficili da distinguere da quelle scritte da poeti umani, ma spesso ricevono valutazioni più elevate in termini di empatia e comprensibilità. Questa scoperta solleva interrogativi sul futuro della creatività e sull’interazione tra tecnologia e arte.
I ricercatori hanno utilizzato ChatGPT, basato sul modello GPT-3.5, per generare poesie nello stile di celebri poeti come William Shakespeare, T.S. Eliot, Walt Whitman, Geoffrey Chaucer ed Emily Dickinson. Un campione di 1.634 partecipanti è stato invitato a leggere dieci poesie ciascuno, di cui cinque composte da esseri umani e cinque dall’IA, senza conoscere l’origine dei testi. I risultati hanno mostrato che i partecipanti riuscivano a distinguere correttamente le poesie umane da quelle generate dall’IA solo nel 46% dei casi, un valore inferiore al caso.
In una fase successiva, 696 partecipanti hanno valutato le poesie senza essere informati sulla loro origine. Sorprendentemente, le poesie generate dall’IA hanno ricevuto punteggi più alti rispetto a quelle umane. Tuttavia, quando ai partecipanti è stato detto che stavano leggendo poesie umane, hanno attribuito valutazioni più elevate a prescindere dall’effettiva origine del testo. Questo indica che le aspettative influenzano significativamente la percezione della qualità poetica.
Gli autori dello studio suggeriscono che le poesie generate dall’IA tendono a essere più dirette e accessibili, mentre quelle umane spesso richiedono una comprensione più profonda e un’interpretazione critica. La preferenza per i testi dell’IA potrebbe riflettere una tendenza contemporanea verso contenuti immediatamente comprensibili, evitando l’impegno intellettuale richiesto dalla poesia tradizionale.
Questi risultati sollevano domande sul ruolo dell’IA nella produzione artistica e sulla definizione stessa di creatività. Se le macchine possono creare opere che suscitano emozioni e sono apprezzate dal pubblico, quale sarà il futuro dell’arte umana? È possibile che l’IA diventi un nuovo strumento per gli artisti, ampliando le possibilità creative, o potrebbe rappresentare una minaccia per l’autenticità dell’espressione artistica?
Mentre l’IA continua a evolversi, è probabile che la sua capacità di imitare e persino superare alcune forme di espressione umana aumenti. Questo studio evidenzia la necessità di un dibattito etico e filosofico sull’integrazione dell’IA nelle arti e sulla definizione dei confini tra creatività umana e artificiale. Inoltre, sottolinea l’importanza di educare il pubblico a riconoscere e apprezzare la profondità e la complessità della poesia tradizionale, evitando di ridurre l’arte a una mera questione di accessibilità immediata.