Un recente studio pubblicato sul JAMA Network Open Journal ha evidenziato il potenziale dell’intelligenza artificiale (IA) nel rilevare precocemente il rischio di suicidio tra i pazienti, offrendo nuovi strumenti per la prevenzione in contesti medici quotidiani.
La ricerca ha confrontato due sistemi di allerta per informare i medici sul rischio di suicidio:
- Allerta attiva: un avviso immediato che richiede l’attenzione del medico.
- Sistema passivo: informazioni sul rischio integrate nella cartella elettronica del paziente, senza richiedere un’azione immediata.
I risultati hanno mostrato che le allerte attive hanno portato i medici a valutare il rischio di suicidio nel 42% dei casi, rispetto al 4% del sistema passivo. Questo sottolinea l’importanza di strumenti precisi per avviare conversazioni sul rischio di suicidio.
Lo studio ha testato il modello basato su IA denominato VSAIL (Vanderbilt Suicide Attempt and Ideation Likelihood) in tre cliniche neurologiche. Questo sistema analizza i dati delle cartelle cliniche elettroniche per stimare il rischio di tentativo di suicidio entro 30 giorni: quando identifica pazienti ad alto rischio, suggerisce ai medici di avviare discussioni mirate sulla salute mentale.
Colin Walsh, professore associato di informatica biomedica, medicina e psichiatria presso il Vanderbilt University Medical Center, ha evidenziato l’urgenza di tali innovazioni: “La maggior parte delle persone che muoiono per suicidio ha consultato un medico nell’anno precedente alla loro morte, spesso per motivi non correlati alla salute mentale”. Studi precedenti indicano che il 77% degli individui deceduti per suicidio aveva avuto contatti con medici di base nell’anno precedente.
Sebbene i risultati siano promettenti, i ricercatori sottolineano la necessità di bilanciare i benefici delle allerte attive con potenziali interruzioni nel flusso di lavoro medico. Suggeriscono che sistemi simili possano essere adattati ad altre specialità mediche per ampliare l’impatto nella prevenzione del suicidio.