Negli ultimi anni, Google ha introdotto una serie di innovazioni nel suo motore di ricerca, tra cui le “AI Overviews” (Panoramiche AI), che forniscono risposte sintetiche e generate dall’intelligenza artificiale direttamente nella pagina dei risultati. Questa evoluzione ha suscitato preoccupazioni riguardo al futuro del web aperto, mettendo in discussione il ruolo dei creatori di contenuti e l’accesso democratico all’informazione.
Le AI Overviews sono state lanciate nel 2024 come parte dell’esperienza di ricerca generativa di Google. Queste risposte sintetiche attingono da una varietà di fonti per fornire agli utenti risposte rapide e concise senza la necessità di cliccare su link esterni. Sebbene questa funzionalità offra vantaggi in termini di efficienza, ha anche sollevato interrogativi sul suo impatto sul traffico web e sulla visibilità dei contenuti originali.
Studi recenti hanno evidenziato una significativa diminuzione del tasso di clic (CTR) sui primi risultati organici di Google, con una riduzione di oltre il 30% dopo l’introduzione delle AI Overviews. Questo fenomeno ha avuto ripercussioni dirette sulle entrate pubblicitarie e sulla sostenibilità economica di molte testate giornalistiche e siti web indipendenti. Alcuni editori hanno espresso preoccupazione per una possibile “erosione” del web, dove il contenuto originale viene consumato senza generare traffico verso le fonti originali.
Con l’emergere delle AI Overviews, le tradizionali strategie di ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO) stanno subendo una trasformazione. Gli esperti stanno adattando i loro contenuti per aumentare le probabilità di essere inclusi nelle risposte sintetiche, utilizzando formati come domande e risposte e strutturando i contenuti in modo che siano facilmente comprensibili per l’IA. Questa nuova forma di ottimizzazione, talvolta definita “Answer Engine Optimization”, sta diventando cruciale per mantenere la visibilità online.
Un aspetto preoccupante delle AI Overviews è la centralizzazione dell’accesso all’informazione. Poiché Google seleziona e sintetizza i contenuti, c’è il rischio che vengano privilegiate determinate fonti a discapito di altre, riducendo la pluralità delle voci disponibili online. Questo potrebbe portare a una visione più omogenea e meno diversificata delle informazioni, limitando la capacità degli utenti di esplorare una varietà di prospettive.