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Il 4 maggio, giorno dedicato a San Ciriaco, patrono dell’Arcidiocesi di Ancona-Osimo, è testimone di un evento straordinario: grazie a un progetto innovativo, il santo ha acquisito un volto e una voce, ricostruiti attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale e della radiologia avanzata.

L’iniziativa, durata due anni, è stata fortemente voluta dall’Arcivescovo Angelo Spina e realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Radiologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche e la Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa. L’obiettivo era ottenere una ricostruzione dettagliata del santo vissuto nel IV secolo d.C., utilizzando tecnologie moderne per analizzare le sue spoglie riesumate nel 2023.

Gli esperti hanno impiegato una TAC di ultima generazione e sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale, simili a quelli utilizzati in ambito clinico per analisi predittive sui tumori, per esaminare minuziosamente le ossa del santo. Queste tecnologie hanno permesso di individuare dettagli invisibili all’occhio umano, come fratture preesistenti e lesioni, contribuendo a delineare il profilo biologico e le condizioni di vita di San Ciriaco.

Le analisi hanno rivelato che San Ciriaco era alto circa 161 centimetri e aveva una corporatura robusta. Al momento della morte, avvenuta presumibilmente tra il 340 e il 434 d.C., aveva un’età compresa tra i 50 e i 60 anni. Sono state identificate fratture al femore, a alcune costole e lesioni all’orecchio interno destro, probabilmente conseguenze di traumi subiti durante il martirio. Inoltre, lo studio delle ossa ha suggerito la possibilità che il santo soffrisse di diabete.

Le analisi isotopiche dello smalto dentario hanno indicato che San Ciriaco potrebbe essere originario della Palestina, in particolare della Galilea, confermando così un elemento chiave della tradizione agiografica. Inoltre, l’analisi della dentatura ha rivelato una dieta ricca di proteine negli ultimi 5-10 anni di vita, suggerendo che il santo appartenesse a una classe sociale elevata e avesse accesso a risorse alimentari di alto livello.

Un aspetto particolarmente affascinante di questo progetto è la ricostruzione della voce di San Ciriaco. Utilizzando l’intelligenza artificiale, gli esperti hanno ipotizzato come potesse suonare la sua voce, conferendole accenti tipici del dialetto anconetano. Questa innovazione ha permesso di aggiungere un ulteriore livello di realismo alla ricostruzione del santo, rendendo la sua figura ancora più vicina e tangibile per i fedeli.

L’Arcivescovo Angelo Spina ha sottolineato l’importanza di questo progetto, evidenziando come la fede e la scienza possano coesistere e arricchirsi reciprocamente. Ha affermato che “la via della fede e la via della scienza non si contrappongono; la fede e la ragione sono come due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità”.

Di Fantasy