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L’intelligenza artificiale (IA) sta trasformando profondamente la medicina, passando da una promessa futuristica a una realtà concreta che affianca i medici nella diagnosi e nel trattamento delle malattie. Un esempio significativo di questa evoluzione è rappresentato dal programma strategico di AI clinica sviluppato all’ospedale San Raffaele di Milano, in collaborazione con Microsoft e l’Università Vita-Salute San Raffaele.

Tradizionalmente, la medicina si basa su diagnosi e trattamenti standardizzati. Tuttavia, ogni paziente è unico, e le risposte ai trattamenti possono variare significativamente. L’IA offre la possibilità di analizzare una vasta gamma di dati, dalle informazioni genetiche alle comorbidità, per creare profili personalizzati e ottimizzare le terapie. Ad esempio, nel trattamento del tumore al polmone non a piccole cellule con immunoterapia, l’IA può identificare le caratteristiche specifiche di ciascun paziente, migliorando le probabilità di successo del trattamento.

Il programma sviluppato al San Raffaele si distingue per l’approccio “compliant by design”, che garantisce che ogni fase, dalla raccolta dei dati alla generazione dei modelli predittivi, rispetti le normative vigenti, come il GDPR e l’AI Act europeo. La piattaforma è modulare e sicura, con 21 progetti in fase di sviluppo che coprono diverse aree, tra cui oncologia, neurologia, cardiologia e diabete. Due modelli sono già stati classificati al massimo livello secondo lo standard internazionale TRIPOD 4, e le linee guida sviluppate sono state adottate come standard europei dalla European TRAIN Initiative.

Un’applicazione pratica dell’IA è stata durante la pandemia di COVID-19, quando i medici dovevano decidere rapidamente chi ricoverare in ospedale. In collaborazione con Microsoft, è stato sviluppato un modello predittivo che, utilizzando cinque parametri ottenibili in 30 minuti, riusciva a identificare con precisione i pazienti a rischio di sviluppare forme gravi della malattia. Questo sistema ha previsto correttamente la prognosi di basso rischio nel 100% dei casi, contribuendo a ottimizzare le risorse ospedaliere e ridurre i ricoveri non necessari.

Nonostante i progressi, l’uso dell’IA in medicina solleva importanti questioni etiche e pratiche. Molti modelli di IA sono “scatole nere”, ovvero forniscono risultati senza spiegare il processo decisionale sottostante. In medicina, dove le decisioni hanno impatti diretti sulla salute dei pazienti, è fondamentale che i medici comprendano come e perché un algoritmo arriva a determinate conclusioni. La trasparenza è essenziale per garantire la fiducia dei professionisti e dei pazienti nell’uso dell’IA.

Per integrare efficacemente l’IA nella pratica clinica, è necessaria una formazione adeguata. Il San Raffaele ha avviato una laurea magistrale in Health Informatics in collaborazione con il Politecnico di Milano e promuove corsi di formazione specifici per studenti di medicina, infermieri e personale amministrativo. L’obiettivo è creare una cultura digitale che permetta a tutti i professionisti sanitari di comprendere e utilizzare l’IA in modo efficace e sicuro.

Di Fantasy