Nel grande scacchiere dell’intelligenza artificiale, una mossa silenziosa potrebbe cambiare molte cose. Secondo quanto riportato da fonti interne a Bloomberg, Anthropic è in trattative con Google per un accordo che metterebbe in campo una potenza di calcolo di proporzioni epocali. L’intesa non è ancora formalizzata, ma l’oggetto della trattativa è chiaro: Google fornirebbe servizi cloud a Anthropic per sostenere il suo rapido sviluppo nel campo dell’IA.
La posta in gioco è altissima. Le cifre che girano sono dell’ordine delle decine di miliardi di dollari — un impegno che va ben oltre i consueti contratti cloud e che segnala quanto l’accesso a infrastrutture di calcolo massivo stia diventando un fattore strategico nel dominio dell’IA.
Google, che già in passato ha investito in Anthropic, giocando dunque un duplice ruolo di partner e fornitore, potrebbe così consolidare la propria posizione nel mercato del cloud per l’IA, mentre Anthropic otterrebbe il carburante necessario per competere alla massima velocità.
Quel che emerge da questa notizia è che lo scontro per il primato nell’intelligenza artificiale non si gioca soltanto sui modelli, sugli algoritmi, sulle applicazioni finali: si gioca sulla “materia prima” più inesorabile, cioè sulla capacità di calcolo, sulla scala delle infrastrutture, sull’accesso a risorse che solo pochissimi attori al mondo possono offrire. Per Anthropic, che sviluppa modelli come “Claude” e che punta ad ampliare profondamente la sua presenza nel mondo enterprise, il cercare un accordo così ampio appare come una strategia essenziale per sostenere una crescita che si prevede esplosiva.
In parallelo, per Google la mossa avrebbe un valore strategico non solo tecnico ma anche competitivo: in un momento in cui i fornitori di cloud – da Microsoft a Amazon Web Services – cercano di accaparrarsi la supremazia in un mercato che si prevede gigantesco, avere un cliente chiave come Anthropic, con risorse così elevate, significa aumentare l’attrattività della propria offerta e rafforzare la propria piattaforma come base dell’IA del futuro. È questo il contesto in cui le azioni di Alphabet (la capogruppo di Google) sono salite dopo l’annuncio delle trattative.
Ma non tutto è deciso, e questo è importante: le trattative sono ancora in fase preliminare, i termini potrebbero cambiare e nessuna delle due parti ha confermato ufficialmente l’accordo.
Ci sono alcune implicazioni che vale la pena sottolineare. In primo luogo, se Anthropic dovesse conquistare l’accesso a una scala di calcolo così elevata come quella in discussione, potrebbe migliorare drasticamente la velocità con cui allena nuovi modelli, lancia servizi, ed espande la propria footprint internazionale. Ciò potrebbe incidere sulla dinamica competitiva con OpenAI, Microsoft e altre realtà che ambiscono al dominio generativo. In secondo luogo, l’accordo potrebbe segnare un ulteriore trasformazione dell’economia del cloud: non più solo infrastrutture condivise, ma partnership su misura e ad alta intensità per soggetti che sviluppano intelligenze artificiali all’avanguardia.
Infine, questo scenario pone questioni più ampie: cosa significa per l’ecosistema globale dell’IA che una startup possa accedere a risorse che fino a poco tempo fa erano appannaggio solo delle grandi corporazioni? E quali saranno le conseguenze a livello normativo, della concorrenza, dell’accesso alle tecnologie? Google, già protagonista in vari fronti dell’IA e del cloud, rafforzerebbe la sua posizione e questo potrebbe influenzare la capacità di altri player di competere ad armi pari.
La notizia delle trattative tra Anthropic e Google è un segnale chiaro che nell’era dell’IA la forza non si misura soltanto in codice o in idee, ma anche – e forse soprattutto – in infrastrutture. Se questo accordo verrà concretizzato, allora potremmo essere davanti a una delle tessere che definiranno la prossima fase dell’intelligenza artificiale globale.