Negli ultimi giorni sui social network si è affermato un fenomeno che coglie tanto per il suo impatto visivo quanto per le implicazioni culturali e tecnologiche che porta con sé: i video selfie creati con l’intelligenza artificiale che mostrano gli utenti in compagnia di attori famosi, personaggi di serie TV, videogiochi o fumetti. Questo trend, già esploso nel corso del 2025 e ora al centro di una nuova ondata di contenuti virali, è nato dalla combinazione fra strumenti di generazione di immagini e video basati su AI e l’uso creativo che sempre più persone fanno di queste tecnologie per reinventare i loro profili e le loro interazioni sul web
Il fenomeno si manifesta spesso come brevi clip o immagini che danno l’illusione di un incontro “reale” in un set cinematografico, su un palco musicale o addirittura dentro una scena iconica di un videogioco. Questi video durano pochi secondi, ma la qualità del realismo e della fedeltà visiva è tale che molti spettatori trovano l’effetto non solo divertente, ma quasi indistinguibile da un filmato davvero registrato con persone reali accanto a loro. Questo si inserisce in una tendenza più ampia che vede l’intelligenza artificiale generativa andare ben oltre i semplici filtri o effetti visivi, trasformando contenuti statici in vere e proprie micro-narrazioni visive che intrattengono, sorprendono e, in alcuni casi, confondono chi li guarda.
Alla base di questi contenuti c’è una combinazione di strumenti di AI che sfruttano il principio del generative adversarial network (GAN) o modelli simili, capaci di manipolare e creare immagini e sequenze video realistiche partendo da foto esistenti. Per realizzare uno di questi video, spesso si parte da un semplice selfie: una foto frontale del proprio volto, ben illuminata e con uno sfondo neutro, caricata in un sistema di generazione AI come Higgsfield AI o altri modelli disponibili online. A questo punto, l’intelligenza artificiale combina il volto dell’utente con quello del personaggio desiderato, contestualizzandolo in uno scenario tipico della sua narrazione, come un set cinematografico o una scena iconica, dando vita a una composizione visiva che sembra un vero incontro fra l’utente e il suo idolo.
Il percorso creativo non si ferma alle immagini: molti tutorial mostrano come trasformare queste foto in video dinamici. Per i video, gli utenti inseriscono un primo e un ultimo frame in pipeline di generazione come Kling AI, creando una transizione fluida che fa sembrare l’utente in movimento attraverso ambienti di film o set televisivi, attraversando scene diverse in un loop apparentemente continuo. In questo modo, si amplifica ulteriormente l’effetto di presenza reale accanto ai personaggi dei propri film o serie preferiti.
Tuttavia, dietro a queste creazioni apparentemente innocue si nascondono questioni più complesse. Il coinvolgimento diretto del volto personale nei processi di generazione AI significa consegnare a queste tecnologie dati biometrici sensibili, che in molti casi vengono utilizzati per addestrare e migliorare gli algoritmi delle grandi aziende che sviluppano i modelli. Questo introduce un elemento di rischio legato non solo alla privacy personale, ma anche alla proprietà dei dati, soprattutto quando si usano immagini non protette da copyright o foto di persone reali che non hanno fornito consenso all’uso delle loro fattezze.
A questo si aggiunge il dibattito più ampio sulla diffusione di contenuti deepfake: video o immagini falsi creati tramite AI che possono alterare in modo convincente la realtà e che, nel corso degli ultimi anni, sono stati al centro di controversie legali e sociali soprattutto quando utilizzati in contesti sensibili o manipolativi. Sebbene i selfie con celebrità generati dall’AI siano spesso intesi come contenuti ludici e creativi, la tecnologia che li rende possibili è la stessa che può essere usata per scopi ben più controversi come la diffusione di false informazioni o l’uso improprio dell’immagine di una persona senza consenso,
Non è un caso che questo tipo di contenuti stia già sollevando discussioni anche tra piattaforme digitali e autorità del settore. Alcune piattaforme hanno cominciato a chiudere canali o contenuti manifestamente falsi, come trailer di film generati artificialmente che raggiungevano milioni di visualizzazioni, per contrastare la confusione generata nei confronti degli utenti e per preservare un minimo di affidabilità delle informazioni visualizzate online. Allo stesso tempo, produttori di contenuti e major dell’intrattenimento mettono in guardia contro l’uso non autorizzato di immagini di personaggi famosi, ricordando che esistono leggi e diritti d’immagine che regolano l’utilizzo di tali rappresentazioni.
Il fenomeno dei selfie e dei video con star e personaggi dei fumetti generati dall’intelligenza artificiale rappresenta quindi una fusione fra creatività tecnologica, desiderio di personalizzazione dei contenuti e sfide etiche e legali che accompagnano l’avanzare delle capacità generative. Per gli utenti, è una forma di espressione visiva innovativa e spesso spettacolare; per sviluppatori, legislatori e pubblico in generale, è un promemoria di quanto rapidamente queste tecnologie possano trasformare la nostra percezione del reale e ridefinire i confini tra realtà, finzione e responsabilità digitale.
