Gli umani utilizzano il monologo per organizzare i propri pensieri e migliorare l’efficienza lavorativa. Questo processo, spesso verbale, è stato recentemente applicato ai robot, aumentando significativamente il successo delle loro missioni. I ricercatori dell’Università della British Columbia hanno sviluppato un agente di intelligenza artificiale che utilizza la “clonazione del pensiero”, presentato alla conferenza NeurIPS 2023, la più grande nel campo dell’apprendimento automatico.
Questo agente AI, progettato per eseguire compiti in un mondo virtuale 2D, utilizza la clonazione comportamentale, un metodo che imita i movimenti degli agenti IA esistenti. A differenza dei metodi tradizionali, l’agente “pensa” prima di agire, riorganizzando informazioni visive, compiti e decisioni in linguaggio per determinare le azioni. Ciò ha aumentato notevolmente la precisione e l’efficacia.
L’agente AI che adotta questa tecnica ha mostrato un tasso di successo dell’80% in missioni di fuga complesse, a fronte del 30% degli agenti di clonazione comportamentale. Seongranhu, scienziato informatico dell’Università della British Columbia, ha evidenziato come le lingue aiutino ad apprendere concetti a vari livelli di astrazione, consentendo agli agenti AI avanzati di ripensare i loro piani di fronte a ostacoli inaspettati.
Questa metodologia offre anche una soluzione potenziale al problema della “scatola nera” dell’IA, permettendo un controllo umano più diretto sui comandi generati dall’IA. Un test di “intervento pre-crimine” ha dimostrato come l’IA possa evitare azioni inutili grazie alla capacità di pianificare continuamente e verificare le sue decisioni.
I ricercatori prevedono di applicare questa tecnica ai modelli linguistici di grandi dimensioni, come “GPT-4 V”, che potrebbero essere usati per applicazioni pratiche come cucina, riparazione di pneumatici, fotoritocco e giochi. Anna Borki, scienziata cognitiva e linguistica dell’Università La Sapienza di Roma, ha sottolineato l’importanza del linguaggio nell’aggiungere flessibilità all’IA, rendendola capace di eseguire compiti complessi più facilmente. Geoff Clune, informatico dell’Università della British Columbia, ha affermato che l’introduzione del pensiero umano negli agenti AI rappresenta un grande passo avanti per l’intelligenza artificiale.