Nell’era in cui l’intelligenza artificiale non è più confinata a schermi o sensori esterni, ma si prepara a entrare di slancio nel nostro stesso pensiero, Sam Altman — figura centrale nella nascita di OpenAI — compie una mossa strategica: entra nel campo delle interfacce cervello-computer (BCI, brain-computer interface) con una nuova iniziativa chiamata Merge Labs. Questo progetto segna un passo audace verso il futuro, dove la fusione tra mente umana e tecnologia non è più fantascienza, ma obiettivo concreto.
L’idea non è improvvisata: Altman progetta Merge Labs come una risposta diretta a Neuralink di Elon Musk, con cui già condivideva visioni divergenti sul futuro della simbiosi uomo-macchina. La startup è al momento valutata intorno a 850 milioni di dollari e punta a raccogliere circa 250 milioni in finanziamenti, molti dei quali potrebbero provenire dal fondo di venture capital di OpenAI.
Alla guida del progetto, Altman affiancherà Alex Blania, CEO del progetto World — l’iniziativa di identità digitale basata sul riconoscimento oculare che ha già attirato l’attenzione per il suo approccio innovativo ed etico alla biometria. Importante però sottolineare: Altman non sarà coinvolto nella gestione quotidiana di Merge Labs e non intende investire personalmente, pur contribuendo come cofondatore strategico.
L’iniziativa prende corpo in un clima tecnologico e mediatico particolarmente teso: la rivalità tra Altman e Musk si è intensificata negli ultimi tempi, con scontri pubblici e divergenze anche sulle strategie di business. Ora, la competizione si estende oltre il dominio dell’AI generativa al terreno — o anzi, al cervello — dell’interazione uomo-macchina.
Non si tratta di mera ambizione: il mercato delle BCI è pronto a decollare. Neuralink, già protagonista del settore, ha recentemente raccolto ingenti fondi a una valutazione di circa 9 miliardi di dollari e sta conducendo trial umani per persone con paralisi, facendole interagire con dispositivi tramite il pensiero.
Merge Labs entra dunque in un’arena già competitiva, ma con una visione distintiva: usare l’intelligenza artificiale per sviluppare interfacce ad alta banda che superino i limiti attuali, trasformando il modo in cui percepiamo la tecnologia.
È un quadro che rispecchia non solo il rapido sviluppo tecnologico, ma anche una fase di riflessione etica e filosofica: Altman, infatti, ha a lungo meditato sul concetto di “merge” tra esseri umani e macchine. In un post del 2017, scriveva: “Although the merge has already begun, it’s going to get a lot weirder. We will be the first species ever to design our own descendants.”