L’Intelligenza Artificiale (IA) sta lentamente ma inesorabilmente trasformando ogni settore, e l’ambito delle Risorse Umane (HR) e del reclutamento non fa eccezione. In un mercato del lavoro in continua evoluzione, dove la rapidità di intercettazione del talento e l’oggettività della valutazione sono diventati fattori critici di successo, l’innovazione tecnologica si presenta come la risposta più potente. Un esempio lampante di questa rivoluzione è rappresentato da Claire, il primo Agente di Intelligenza Artificiale per il recruiting, presentato da nCore HR, una tech company italiana che da anni si pone l’obiettivo di rendere i processi di selezione più equi, veloci e trasparenti.
Claire non è semplicemente un chatbot più evoluto o un sistema automatizzato di filtraggio; è stata concepita come una vera e propria collega virtuale, un’entità digitale avanzata che affianca il recruiter umano in ogni fase del processo. Il suo arrivo segna una svolta profonda nel modo in cui i professionisti HR interagiscono con la piattaforma, delegando all’algoritmo non solo i compiti ripetitivi, ma anche decisioni cruciali basate sull’analisi predittiva e la valutazione oggettiva.
Il cuore della proposta di nCore HR, potenziato dall’agente Claire, risiede nella sua capacità di orchestrare in modo fluido l’intero ciclo di Talent Acquisition, dall’identificazione del candidato fino all’onboarding, gestendo il tutto in modalità asincrona, remota e altamente automatizzata.
Una delle funzionalità più acclamate e eticamente rilevanti è l’AI Ranking. A differenza dei tradizionali sistemi Applicant Tracking System (ATS) che si limitano a cercare corrispondenze lessicali tra l’annuncio e il curriculum, l’AI di nCore HR compie un’analisi molto più profonda. Essa valuta la rilevanza, l’esperienza maturata e il potenziale dei candidati, fornendo una classifica dei profili più forti. Questo sistema va oltre il semplice keyword matching, esaminando la coerenza tra il percorso formativo, gli anni di esperienza in ruoli analoghi e la padronanza di strumenti specifici richiesti.
Ma l’ambizione di Claire è soprattutto quella di abbattere i pregiudizi inconsci che spesso influenzano, in maniera involontaria, le scelte umane. L’IA di nCore HR permette infatti di effettuare una vera e propria selezione blind: i profili dei candidati possono essere anonimizzati, depurati da informazioni sensibili come genere, età o etnia. In questo modo, la valutazione si concentra esclusivamente sulle competenze e sul merito, garantendo pari opportunità e favorendo la diversità e l’inclusività all’interno delle aziende.
L’introduzione di Claire non avvantaggia solo l’azienda, ma migliora sensibilmente anche la Candidate Experience. Le nuove generazioni di candidati, in particolare la Gen Z, sono abituate a interazioni digitali fluide e immediate. Claire e i tool ad essa collegati rispondono a questa esigenza permettendo una candidatura rapida (anche via piattaforme come WhatsApp), comunicazioni immediate e personalizzate, e la possibilità di generare killer questions (domande di screening efficaci) allineate perfettamente con le esigenze della posizione, riducendo i tempi di attesa e il tasso di abbandono nel processo.
La trasparenza e l’efficienza generate dall’IA hanno un impatto diretto sulla reputazione aziendale. I candidati accolgono positivamente l’uso di strumenti di IA in fase di selezione, percependo il processo come più veloce e meno soggetto a criticità legate al rapporto (a volte faticoso) con il recruiter umano. L’ideale che emerge non è, tuttavia, una completa sostituzione, ma un mix armonico tra IA e incontro umano, dove l’agente artificiale si occupa dello screening massivo e l’essere umano si dedica alla valutazione finale, all’empatia e all’integrazione culturale.
