La nuova famiglia di modelli di OpenAI, GPT-o1, promette prestazioni superiori rispetto ai modelli precedenti, migliorando soprattutto nelle capacità di ragionamento. Tuttavia, il suo utilizzo richiede un approccio diverso rispetto ai modelli precedenti come GPT-4.
GPT-o1 è progettato per funzionare meglio con prompt semplici. In passato, per modelli come GPT-4, gli utenti fornivano più indicazioni e sfruttavano contesti più lunghi per ottenere risposte dettagliate. Con GPT-o1, invece, OpenAI consiglia di mantenere i prompt brevi e chiari. Tecniche come le “catene di pensiero” o istruzioni troppo specifiche potrebbero, infatti, peggiorare le prestazioni.
I quattro consigli di OpenAI per utilizzare GPT-o1:
- Mantieni i prompt semplici: Non c’è bisogno di guidare troppo il modello, capisce bene le istruzioni.
- Evita catene di pensiero: GPT-o1 è già in grado di ragionare internamente.
- Usa delimitatori: Utilizza simboli come virgolette triple o tag XML per aiutare il modello a capire meglio le sezioni.
- Limita il contesto aggiuntivo per attività complesse: Inserire troppi dettagli può rendere la risposta meno efficace.
Rispetto ai modelli precedenti, dove era importante fornire dettagli specifici, GPT-o1 “pensa” autonomamente a come risolvere le richieste. Ethan Mollick, professore della Wharton School, ha notato che il modello eccelle in attività che richiedono pianificazione, dove GPT-o1 può gestire autonomamente la risoluzione dei problemi.
Sebbene GPT-o1 sia ancora nuovo e molti stiano ancora imparando a utilizzarlo al meglio, una cosa è chiara: il modo di creare prompt sta cambiando. Mentre prima bisognava essere estremamente dettagliati, ora l’approccio migliore è la semplicità.