Nel recente episodio di “Unconfuse Me” con Bill Gates, Sam Altman, il leader di OpenAI, ha chiarito alcuni equivoci riguardanti la sua organizzazione. “Non siamo solo un gruppo di giovani programmatori di 24 anni”, ha spiegato.

“Abbiamo molti membri del team sui 30, 40 e 50 anni. Non siamo più ai tempi nascenti di Apple e Microsoft, dove eravamo tutti giovani”, ha commentato Gates, che ora ha superato i sessant’anni.

Altman ha osservato che questa tendenza potrebbe essere preoccupante per la società. “I fondatori di successo tendono a invecchiare con il tempo. Nel nostro caso, la media d’età è un po’ più alta”, ha detto Altman, riflettendo sulle sue esperienze in Y Combinator, dove ha notato un generale invecchiamento delle aziende.

Questo fenomeno non si limita a OpenAI. Guardando ad altre importanti aziende tecnologiche come Perplexity AI, Midjourney, Stability AI, Anthropic, Cohere e altre, si nota che la maggior parte dei loro membri ha tra i 30 e i 40 anni. Lo stesso vale per le start-up emergenti come Humane Ai e Rabbit, dove i fondatori hanno lavorato precedentemente in aziende note come Apple e Baidu.

“Questo argomento può dare vita a un dibattito interminabile (soprattutto sull’età dei team rispetto a quella dei fondatori)”, ha osservato Jason Black di RRE Ventures, sottolineando la crescente tendenza di individui più maturi a fondare aziende di successo, specialmente nel settore B2B.

Secondo lui, gli imprenditori esperti, piuttosto che i novizi, spesso si rivelano migliori fondatori grazie alla loro esperienza e alla maggiore capacità di sperimentare in modo efficace, un privilegio non sempre disponibile ai giovani imprenditori. Ha anche notato che per gli over 30 è più facile raccogliere capitali significativi.

Inoltre, Jason ha evidenziato le sfide legate all’esplorazione di nuovi ambiti tecnologici, che richiedono spesso non solo innovazioni, ma anche nuove infrastrutture e competenze specifiche, tipicamente possedute da persone con carriere già consolidate e quindi più anziane.

“Tuttavia, nonostante questi fattori influenzino la tendenza verso fondatori più ‘maturi’, il nostro settore è pieno di eccezioni. Fortunatamente, le persone straordinarie lo sono a prescindere dalla loro età”, ha condiviso Black.

Come trentenne e fondatore di Passio AI, Dmitriy Starson trova incoraggiante questa tendenza, notando che le idee e i concetti più innovativi e stimolanti emergono spesso da persone tra i 30 e i 40 anni.

“40 sono i nuovi 20!! 😎”, esclama Brady Lewis, fondatore di GAIM Network. Dopo aver trascorso otto anni in un ruolo di leadership tecnologica presso Salesforce, Lewis sottolinea la sua maggiore comprensione delle sfumature tecnologiche e imprenditoriali.

Un report dell’Harvard Business Review conferma questa tendenza, indicando che l’età media dei fondatori di start-up tecnologiche di successo è 45 anni. Questo suggerisce che l’esperienza è sempre più valorizzata in vari settori, non solo in quello tecnologico.

Uno studio pubblicato l’anno scorso ha rivelato che i fondatori di imprese con età pari o superiore a 50 anni hanno maggiori probabilità di lanciare prodotti o servizi innovativi rispetto ai loro colleghi più giovani. Per ogni decennio aggiuntivo di età del fondatore, la probabilità di presentare qualcosa di nuovo sul mercato aumenta del 30%.

Questa tendenza contrasta con la precedente visione giovanile dell’industria tecnologica, come evidenziato da uno studio del Census Bureau e dei professori del MIT pubblicato nel 2018. La ricerca ha anche mostrato che la probabilità di successo cresce con l’età: un imprenditore cinquantenne ha 1,8 volte più possibilità di avviare un’impresa di successo rispetto a un trentenne. Se questa tendenza continuerà, è probabile che vedremo sempre più fondatori tra i 50 e i 60 anni alla guida di aziende di successo.

Di Fantasy