Nel mondo frenetico della tecnologia, dove ogni chip può diventare il cuore pulsante di esperienze sempre più intelligenti, Google ha deciso di cambiare partner per la produzione dei suoi processori Tensor. Un’annuncio recente, diffuso durante l’evento “Made by Google” tenutosi a New York, ha svelato che il nuovo Pixel 10 è equipaggiato con il Tensor G5, realizzato da TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company) utilizzando un avanzato processo a 3 nanometri. Un’inversione di rotta rispetto al passato, quando era Samsung a occuparsi della produzione dei chip Google Tensor.
Questo spostamento produttivo non è solo una questione logistica o economica. Dietro il trasferimento di competenze da Samsung a TSMC, c’è una scelta strategica precisa. Il processo a 3 nm, già tra i più avanzati disponibili nel panorama globale, promette significativi vantaggi in termini di efficienza energetica e potenza computazionale. Ciò si traduce in dispositivi capaci di offrire prestazioni AI più brillanti, con consumi ridotti e temperature operative più basse – elementi cruciali per smartphone sempre più sofisticati.
La decisione di Google riflette chiaramente l’importanza crescente dell’intelligenza artificiale nell’esperienza utente quotidiana. Il Tensor G5, con la sua architettura all’avanguardia, è pensato per supportare funzioni AI ancora più complesse e integrate: dalla fotografia computazionale in tempo reale alle funzionalità intelligenti di assistenza vocale, passando per il riconoscimento di immagini e gesti. È un promemoria del fatto che, quando si tratta di AI, non si cerca solo la potenza grezza, ma anche l’ottimizzazione e l’eleganza dell’efficienza.
Per Samsung, che finora ha forgiato il cuore elettronico degli smartphone Google, si tratta di una battuta d’arresto. Essere il fornitore dei chip Tensor era un’indicazione del suo ruolo cruciale nelle operazioni di Google, e ora quel ruolo viene lentamente eroso. Le ragioni di questo slittamento possono essere molteplici: dai costi di produzione, alla capacità produttiva, fino alla rapidità nell’adozione di processi sempre più miniaturizzati come quello a 3 nm.
Il passaggio a TSMC apre le porte a molte domande interessanti: quale sarà il prossimo margine competitivo sfruttato da Google nei suoi smartphone? In che modo questo scelto fornitore plasmerà le future funzionalità AI? E Samsung, a sua volta, cosa inventerà per rispondere e recuperare questa posizione persa? Resta il fatto che, da oggi, il chip che alimenta la mente intelligente del Pixel 10 nasce nel cuore dell’industria dei semiconduttori di Taiwan.