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Nel crocevia tra tecnologia e gastronomia, l’intelligenza artificiale sta entrando in modo sempre più concreto anche nelle cucine più raffinate, e il menù di Capodanno ideato dall’assistente AI ChefCPT ne è un esempio emblematico. ChefCPT, acronimo di Culinary, Pre-trained, Transformer, è un progetto sviluppato da Academia.tv che sfrutta la conoscenza di oltre 200 maestri di cucina per supportare chef professionisti e appassionati nella creazione e nell’esecuzione di piatti complessi, andando oltre la semplice generazione di ricette per proporre percorsi gastronomici coerenti e innovativi.

Per celebrare l’arrivo del 2026, ChefCPT ha elaborato un menu “stellato” che si snoda attraverso quattro portate firmate da altrettanti grandi chef italiani, con l’intelligenza artificiale come filo conduttore nell’ideazione e nella tecnica. L’esperimento non è solo una vetrina di creatività, ma anche una dimostrazione di come gli strumenti basati sull’AI possano supportare la cucina d’autore senza sostituire il talento umano, combinando sapere culinario, tecniche consolidate e suggestioni nuove.

L’esperienza gastronomica comincia con un antipasto firmato da Cristian Spagnoli, dove i gamberi si sposano con uno zabaione alla ’Nduja e le cime di broccoletti, giocando su contrasti di sapore e consistenza che stimolano il palato. Questo piatto apre il percorso con eleganza, bilanciando note dolci e piccanti in un insieme armonico che prepara alle portate successive.

Il primo piatto è affidato a Igles Corelli, che propone delle lasagnette croccanti arricchite da porcini, pancetta arrotolata, squacquerone e un originale pesto di cavolfiore. Si tratta di una composizione in cui la diversità delle consistenze si fonde con la profondità aromatica degli ingredienti, dando vita a una portata che è al tempo stesso moderna nelle soluzioni e profondamente radicata nella tradizione italiana.

Il secondo piatto, creato da Cesare Battisti, ripensa in chiave contemporanea un elemento iconico della cucina italiana: l’arancino. In questa versione, il cuore di ossobuco avvolto in un risotto allo zafferano offre una reinterpretazione del comfort food che coniuga sapore e tecnica, rendendo omaggio alle radici culinarie mentre esplora nuove possibilità gustative.

A chiudere il percorso, Vincenzo Santoro firma un dessert dal nome suggestivo: Panbrulè con zabaione al moscato e gelato alla vaniglia. Questo dolce combina la morbidezza del panettone con l’eleganza di zabaione e gelato, arricchendo il tutto con le note aromatiche del moscato, ideale per salutare l’anno nuovo con una nota di dolcezza sofisticata.

L’idea di affiancare l’intelligenza artificiale agli chef non è volta a sostituire l’intuizione e l’esperienza umana, ma a amplificarle. ChefCPT può analizzare migliaia di ricette, stili e tecniche, offrendo suggerimenti personalizzati e soluzioni creative che arricchiscono il processo di ideazione. Tuttavia, come sottolineato dagli osservatori culinari, l’AI non possiede esperienza sensoriale; non può assaggiare, non percepisce le sfumature olfattive e non vive le emozioni legate alla cucina, elementi che fanno parte integrante dell’arte gastronomica. Un uso acritico di questi strumenti potrebbe portare a una certa omologazione del gusto, con piatti “perfetti” dal punto di vista tecnico ma privi di quel carattere unico che nasce dall’intuizione e dall’imperfezione creativa dell’essere umano.

La sfida, quindi, non è tra chef e algoritmo, ma nella capacità di far dialogare tecnologia e talento per creare esperienze che restino memorabili. In questo equilibrio, l’intelligenza artificiale diventa complice e bussola, capace di guidare ma non di sostituire l’istinto dello chef. È un segnale di come, anche nella cucina più sofisticata, l’innovazione digitale possa trovare spazio senza cancellare la dimensione umana che da sempre rende speciale ogni piatto.

Di Fantasy