Dopo mesi di tensioni con le autorità europee, Meta ha finalmente iniziato a introdurre i suoi servizi di intelligenza artificiale nei Paesi dell’Unione Europea. Il lancio, atteso da tempo, arriva nove mesi dopo il rinvio iniziale, avvenuto a giugno 2024, quando l’azienda decise di posticipare tutto in segno di protesta contro le normative UE in materia di protezione dei dati.

Il 19 marzo, Meta ha annunciato che la sua AI sarà disponibile in 41 Paesi europei, tra cui 21 Stati membri dell’UE. Si tratta della più grande espansione internazionale di Meta AI fino a oggi. Per il momento, il chatbot sarà accessibile solo tramite WhatsApp, ma nei prossimi mesi verrà esteso anche a Facebook, Instagram e ad altre piattaforme del gruppo.

La nuova AI di Meta parla già sei lingue europee e, anche se il lancio rappresenta un passo importante, non è privo di limitazioni. In particolare, la versione destinata all’Europa non include funzionalità multimodali, come la generazione di immagini o l’analisi di contenuti visivi. Anche il modello open source di Meta, chiamato “Rama”, sarà distribuito in Europa senza queste funzionalità.

Questa scelta non è casuale. Il rinvio dello scorso anno era stato provocato dalla richiesta dell’Unione Europea di non addestrare i modelli di AI con dati raccolti dagli utenti dei social network. Meta aveva ritenuto questa restrizione eccessiva e aveva sospeso il lancio a tempo indefinito.

Nel frattempo, il CEO Mark Zuckerberg ha espresso più volte forti critiche alle normative europee, sostenendo che rischiano di frenare l’innovazione tecnologica. Secondo alcune fonti, dopo l’elezione di Donald Trump, Zuckerberg si sarebbe recato alla Casa Bianca per discutere direttamente di queste problematiche, sostenendo che l’UE stia imponendo barriere commerciali alle aziende statunitensi.

Le tensioni hanno avuto anche un risvolto geopolitico: durante il World Economic Forum dello scorso gennaio, Trump ha accusato l’Unione Europea di voler introdurre dazi tecnologici sulle aziende USA, minacciando di rispondere con ulteriori tariffe.

Per evitare conflitti con le regole europee, Meta ha chiarito che i modelli alla base della sua intelligenza artificiale non sono stati addestrati con i dati dei residenti europei. Lo ha confermato Anna Dack, responsabile delle comunicazioni di Meta, in un’intervista a TechCrunch: “I modelli che supportano Meta AI non sono stati addestrati sui dati dei social media degli utenti dell’UE.”

Meta non è la sola ad affrontare queste difficoltà: anche OpenAI e Apple stanno limitando i propri servizi AI in Europa, rinunciando alle funzionalità più avanzate per evitare problemi legali legati alla protezione dei dati.

Di Fantasy