Per la prima volta, Meta ha stipulato un contratto con un importante gruppo mediatico per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI). Nonostante in passato abbia adottato una posizione rigida riguardo al pagamento per l’uso delle notizie, questo nuovo accordo arriva in un contesto di crescente concorrenza tra i chatbot AI.
Axios ha riportato che Meta ha firmato un contratto pluriennale con Reuters, una delle maggiori agenzie di notizie del mondo. Da ora in poi, gli utenti del chatbot Meta AI potranno ricevere riepiloghi e link alle notizie di Reuters come parte delle risposte fornite dal servizio. I dettagli specifici del contratto rimangono confidenziali.
È considerato insolito che Meta, nota per aver bloccato le notizie su Facebook e Instagram a causa di problemi di copyright, stipuli un accordo con un grande gruppo mediatico. Ad esempio, gli utenti canadesi non possono visualizzare le notizie sulle piattaforme Meta.
Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha recentemente dichiarato che c’è una tendenza a sovrastimare il valore dei contenuti e ha aggiunto: “Se chiedi un compenso, non lo utilizzeremo per l’apprendimento dell’intelligenza artificiale.”
Nonostante ciò, all’interno di Meta si sta valutando un contratto con i media, poiché l’azienda ha bisogno di dati di alta qualità per migliorare i suoi modelli di intelligenza artificiale. Tuttavia, Meta non ha confermato se utilizzerà le notizie di Reuters per addestrare i suoi modelli AI.
La decisione di Meta di firmare questo contratto è interpretata come una risposta alla crescente importanza della “funzione di ricerca” nei chatbot AI. Secondo vari sondaggi, molti utenti utilizzano i chatbot AI per scopi di ricerca.
Questo è anche il motivo per cui OpenAI sta testando “Search GPT”, avendo già avviato partnership con numerosi media dall’anno scorso.
D’altra parte, la startup di ricerca AI Perplexity ha recentemente ricevuto critiche da diversi media per aver utilizzato notizie senza autorizzazione, portandola a stabilire tardivamente delle partnership con le aziende giornalistiche.
I media sono sempre più sensibili nei confronti dei chatbot che espongono direttamente le notizie, poiché ciò può ridurre il traffico sui loro siti e influire sui profitti. Alcuni media americani hanno addirittura criticato Perplexity, definendola un “cattivo” per il suo approccio.