News Corp, la società madre del Wall Street Journal (WSJ) e del New York Post, ha intentato una causa contro Perplexity, una startup che sviluppa un motore di ricerca basato su intelligenza artificiale (AI), accusandola di violazione del copyright. Si prevede che anche altri media che hanno stipulato contratti finanziari con OpenAI possano intraprendere azioni legali simili contro Perplexity.
Secondo quanto riportato da The Verge, News Corp accusa Perplexity di aver rubato in modo non autorizzato un gran numero di articoli dal WSJ e dal New York Post. Nella denuncia presentata al tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto meridionale di New York, News Corp afferma che “piattaforme come Perplexity privano i titolari dei diritti d’autore dei loro clienti e delle loro importanti fonti di reddito”.
L’azienda ha anche rivelato di aver inviato una lettera a Perplexity lo scorso luglio, chiedendo di non utilizzare i propri contenuti senza autorizzazione, ma senza ricevere alcuna risposta. News Corp ha richiesto al tribunale di fermare l’uso non autorizzato dei suoi contenuti da parte di Perplexity e di distruggere il database contenente le opere in questione.
Robert Thompson, CEO di News Corp, ha dichiarato che “Perplexity sta abusando della proprietà intellettuale, danneggiando giornalisti, scrittori, editori e News Corp stessa”.
Inoltre, la settimana scorsa, anche il New York Times (NYT) ha inviato una lettera di cessazione e desistenza a Perplexity, richiedendo di smettere di utilizzare i suoi contenuti per motivi simili.
In precedenza, News Corp aveva stipulato un accordo di licenza sui contenuti con OpenAI, consentendo a quest’ultima di pagare per utilizzare contenuti protetti da copyright per scopi di apprendimento e servizi AI. Ad ottobre, OpenAI ha firmato contratti correlati con 13 aziende del settore media ed editoriale.
Di conseguenza, News Corp non può consentire ad altre aziende di utilizzare i propri contenuti senza pagamento, in quanto ciò violerebbe i diritti di OpenAI. È stato anche segnalato che Perplexity ha ignorato le richieste di instaurare una partnership simile a quella di OpenAI.
Alcuni analisti prevedono che le cause legali per violazione del copyright contro Perplexity continueranno, con focus sugli editori che hanno firmato accordi di licenza con OpenAI.