Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, anche il mondo dell’intelligenza artificiale abbraccia il formato del bilancio personale. Il 22, ora locale, OpenAI ha introdotto ufficialmente “Il tuo anno con ChatGPT”, una nuova funzionalità che consente agli utenti di ripercorrere, in modo sintetico e visivo, il proprio utilizzo di ChatGPT negli ultimi dodici mesi. L’iniziativa si inserisce in una tendenza ormai consolidata nel digitale, dove i servizi cercano di offrire una rilettura narrativa dei dati personali, trasformando numeri e statistiche in un’esperienza di scoperta e auto-riflessione.

La funzione, descritta come “AI Year-End Settlement”, è pensata per offrire una panoramica immediata delle conversazioni avute con ChatGPT, mettendo in evidenza temi ricorrenti, abitudini di utilizzo e curiosità stilistiche. Al momento il rilascio è limitato ad alcuni paesi anglofoni, tra cui Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda, e OpenAI non ha ancora comunicato una roadmap per l’estensione ad altri mercati. Questa scelta suggerisce un approccio graduale, probabilmente legato sia a test di scalabilità sia a considerazioni normative e di privacy.

L’accesso alla funzione non è universale. È riservato agli utenti con piano Free, Plus o Pro che abbiano attivato le opzioni di “Cronologia chat di riferimento” e “Ricordi salvati di riferimento” e che abbiano raggiunto una certa soglia di attività conversazionale nel corso dell’anno. Restano esclusi, almeno per ora, gli account Team, Enterprise ed Education, a conferma del carattere fortemente personale e individuale dell’esperienza. OpenAI ha voluto sottolineare come il riepilogo sia interamente gestito dall’utente: non si avvia automaticamente e richiede un’azione esplicita, sia tramite interfaccia web o app mobile, sia semplicemente digitando un comando come “Mostrami il mio anno con ChatGPT”.

Dal punto di vista concettuale, “Il tuo anno con ChatGPT” si ispira chiaramente al formato “Wrapped” reso celebre da Spotify, che da anni trasforma le abitudini di ascolto in un racconto visivo e condivisibile. Non è un caso isolato: servizi come Apple Music, LinkedIn, Uber, Snapchat e Strava hanno adottato approcci simili, segno che il riepilogo di fine anno è diventato un linguaggio comune per rafforzare il legame tra piattaforma e utente. Nel caso di ChatGPT, però, il contenuto del report non riguarda semplicemente il consumo, ma il dialogo, la creatività e il modo in cui l’utente ha interagito con l’intelligenza artificiale.

Il riepilogo si presenta come un’esperienza leggera e curata graficamente. L’apertura è affidata a una breve poesia generata dall’AI, che introduce il viaggio attraverso l’anno appena trascorso. Da lì, il sistema analizza la cronologia delle conversazioni per individuare i tre argomenti più discussi, offrendo uno specchio delle priorità, delle curiosità e delle esigenze che hanno caratterizzato il rapporto dell’utente con ChatGPT. Accanto a questa analisi tematica compaiono statistiche più tradizionali, come il numero totale di messaggi inviati, il conteggio delle conversazioni e persino il giorno dell’anno in cui l’attività è stata più intensa.

Non manca una componente ironica, che contribuisce a rendere l’esperienza meno tecnica e più umana. Tra le curiosità mostrate c’è, ad esempio, il numero di volte in cui ChatGPT ha utilizzato il trattino lungo come segno di punteggiatura, un dettaglio apparentemente marginale che però rafforza la sensazione di familiarità e complicità con lo strumento. Questo tipo di elementi trasforma il report da semplice dashboard a racconto personalizzato, in cui anche i dettagli stilistici diventano parte dell’identità dell’utente.

Un altro aspetto centrale è la classificazione degli utenti in categorie basate sul tono e sul tipo di utilizzo. Chi ricorre spesso a ChatGPT per risolvere problemi complessi o generare idee può vedersi attribuire titoli come “Creative Debugger”, accompagnati da una percentuale che indica quanti utenti rientrano nella stessa categoria. Questa meccanica introduce una forma di gamification soft, che non punta alla competizione diretta ma alla curiosità e al senso di appartenenza a un determinato “profilo” di utilizzo.

Sul piano visivo, OpenAI ha integrato anche la propria tecnologia di generazione di immagini Sora, utilizzandola per creare automaticamente immagini in stile pixel art che riflettono gli interessi dell’utente emersi durante l’anno. Queste immagini non hanno una funzione informativa in senso stretto, ma contribuiscono a rendere il riepilogo più memorabile e personale. A completare l’esperienza ci sono piccoli elementi interattivi, come la possibilità di “toccare” lo schermo per scoprire una sorta di fortuna futura, un gesto simbolico che rafforza il carattere giocoso dell’iniziativa.

OpenAI descrive “Il tuo anno con ChatGPT” come un’esperienza attenta alla privacy, progettata per dare all’utente il pieno controllo su quando e come visualizzare il riepilogo. In un momento in cui l’uso dei dati personali è al centro del dibattito pubblico, questa enfasi non è secondaria. Il messaggio è chiaro: il riepilogo non è uno strumento di marketing invasivo, ma un modo per restituire valore all’utente attraverso una lettura consapevole delle proprie interazioni.

Di Fantasy