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OpenAI ha compiuto un passo significativo nella sua evoluzione da semplice fornitore di modelli di intelligenza artificiale a piattaforma applicativa completa con l’apertura ufficiale delle sottomissioni di app di terze parti per ChatGPT e il lancio della nuova App Directory integrata nell’interfaccia del chatbot. In un annuncio pubblicato il 17 dicembre 2025, l’azienda ha reso possibile per sviluppatori indipendenti e aziende presentare le proprie app per la revisione e, una volta approvate, per la successiva distribuzione all’interno di ChatGPT stesso.

Fino a questo momento, la possibilità di accedere a funzioni aggiuntive dentro ChatGPT era limitata ad app e integrazioni selezionate da OpenAI con partner privilegiati. Nel corso del 2025, con il lancio dell’Apps SDK e delle prime integrazioni native con servizi come Spotify, Canva, Figma e altri, OpenAI ha iniziato a costruire un ecosistema di strumenti conversazionali che vanno oltre la semplice chat. Questo ecosistema si basa su un concetto di “app nel contesto di ChatGPT”, ovvero componenti capaci di ricevere input dall’utente e fornire risposte o azioni direttamente nel flusso conversazionale, senza costringere l’utente a uscire dall’interfaccia.

La App Directory, accessibile dalla barra laterale di ChatGPT o tramite chatgpt.com/apps, rappresenta il punto di incontro tra sviluppatori e utenti finali: qui si possono cercare, scoprire e utilizzare le app approvate, che vanno dai tool di produttività alle esperienze interattive personalizzate. OpenAI ha voluto sottolineare che questo spazio non deve essere visto come un “app store” nel senso tradizionale, ma piuttosto come una vetrina dinamica di funzionalità estese capaci di arricchire le conversazioni e ampliare le possibilità del chatbot.

La procedura di sottomissione ufficiale è ora aperta: gli sviluppatori possono presentare i propri progetti attraverso la piattaforma dedicata, seguendo linee guida che mirano a garantire qualità, sicurezza e conformità alle norme di utilizzo stabilite da OpenAI. Ogni app sarà valutata attentamente prima di essere pubblicata, con un processo di revisione pensato per tutelare l’esperienza dell’utente e preservare gli standard della piattaforma. Le prime app approvate di terze parti sono attese agli utenti all’inizio del 2026, una volta completate le fasi di valutazione.

Questa novità segna un’evoluzione importante anche dal punto di vista strategico: ChatGPT sta progressivamente diventando non solo un assistente conversazionale, ma un luogo in cui si possono scoprire, installare e usare strumenti intelligenti in modo fluido e naturale. Le app possono essere attivate direttamente nelle chat, per esempio menzionandone il nome, oppure selezionate dal menu degli strumenti, integrandosi con il contesto di conversazione dell’utente e offrendo risultati più ricchi e personalizzati.

L’iniziativa ricalca e amplia quanto era stato anticipato con il lancio dell’SDK e delle prime integrazioni: OpenAI ha immaginato un ecosistema in cui le applicazioni conversazionali si fondono con le esperienze degli utenti, riducendo la necessità di passare da un servizio esterno all’altro. Questo approccio punta a trasformare ChatGPT in una sorta di hub operativo, capace di eseguire azioni, recuperare dati in tempo reale e rendere l’IA un’esperienza ancora più profonda e funzionale.

Dal punto di vista degli sviluppatori, l’apertura delle sottomissioni significa poter raggiungere direttamente centinaia di milioni di utenti che già utilizzano ChatGPT in tutto il mondo. Ai singoli creator e alle imprese viene offerta non solo una distribuzione potenzialmente vasta, ma anche la possibilità di sperimentare nuovi modelli di interazione basati su linguaggio naturale, contestualizzazione e automazione. Per gli utenti, l’effetto più immediato sarà la capacità di accedere a strumenti avanzati, come la generazione di slide, la ricerca di alloggi, la gestione di contenuti o esperienze personalizzate, senza abbandonare la conversazione con il proprio assistente digitale.

Di Fantasy