L’agenzia di stampa indiana Asian News International (ANI) ha intentato una causa contro OpenAI, accusandola di violazione del copyright. Secondo ANI, OpenAI avrebbe utilizzato senza autorizzazione i suoi contenuti per addestrare modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM), generando informazioni inesatte attribuite all’agenzia. ANI richiede un risarcimento di 20 milioni di rupie (circa 3,3 milioni di euro).

La causa è stata presentata presso l’Alta Corte di Delhi, che ha accettato il caso, riconoscendo la complessità delle questioni legate all’addestramento degli LLM e la necessità di consulenze specialistiche. La prossima udienza è fissata per il 28 gennaio 2025.

I legali di OpenAI sostengono che la piattaforma non dispone di server in India e che l’addestramento dei modelli non avviene nel paese. Pertanto, contestano la giurisdizione dell’Alta Corte di Delhi sulla questione. Inoltre, affermano che ANI è inclusa nella lista di esclusione del crawling di OpenAI, impedendo l’accesso ai suoi contenuti. OpenAI sottolinea anche il suo impegno nel collaborare con organizzazioni giornalistiche indiane e nello sviluppare prodotti che supportino le agenzie di stampa.

OpenAI non è nuova a controversie legali riguardanti il copyright. Attualmente, l’azienda affronta 13 cause negli Stati Uniti e una in Germania, tutte relative all’uso di contenuti protetti per l’addestramento dei suoi modelli di intelligenza artificiale. Questi casi evidenziano le crescenti tensioni tra le aziende tecnologiche e le organizzazioni mediatiche sull’uso dei contenuti nell’era dell’IA.

La causa intentata da ANI rappresenta il primo caso in Asia di un’agenzia di stampa che cita in giudizio una società tecnologica statunitense per violazione del copyright legata all’IA. Questo potrebbe stabilire un precedente significativo, influenzando le future interazioni tra le aziende tecnologiche e le organizzazioni mediatiche nella regione. La questione solleva interrogativi cruciali sull’equilibrio tra innovazione tecnologica e protezione dei diritti d’autore, nonché sulla necessità di regolamentazioni chiare riguardo all’uso dei contenuti per l’addestramento dei modelli di IA.

Di Fantasy