Questa settimana, OpenAI ha annunciato nuove partnership con importanti editori di media. Sia The Atlantic che Vox Media hanno deciso di collaborare con OpenAI, concedendo in licenza i contenuti delle loro pubblicazioni per essere utilizzati nelle risposte del chatbot ChatGPT. In cambio, OpenAI otterrà contenuti e dati concessi in licenza per addestrare i suoi modelli linguistici e AI multimediali.
Sebbene i dettagli finanziari completi non siano stati resi pubblici, le società coinvolte hanno dichiarato di aver accesso alla tecnologia dell’altro oltre ai costi di licenza. Questa mossa arriva dopo una partnership simile annunciata la settimana scorsa con News Corp., editori del Wall Street Journal e del New York Post.
Le critiche riguardo alla concessione di accesso a contenuti preziosi sono state sollevate da alcuni giornalisti, ma sembra che molti editori abbiano già optato per questa direzione.
Finora, OpenAI ha stretto accordi di licenza con diversi editori, inclusi The Atlantic, Vox Media, Meredith Dotdash, The Financial Times, Axel Springer, l’Associated Press e il Progetto di giornalismo americano.
Pam Wasserstein, presidente di Vox Media, ha condiviso l’entusiasmo per la partnership con OpenAI, sottolineando l’importanza di adottare l’intelligenza artificiale in modo strategico. Ha anche evidenziato l’importanza di proteggere la proprietà intellettuale e ha delineato i principi guida che Vox Media seguirà nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
La partnership con OpenAI permetterà a Vox Media di ottenere compensi per l’utilizzo dei propri contenuti, aumentare la visibilità dei propri marchi e proteggere la propria proprietà intellettuale. Questo accordo si inserisce in una strategia più ampia per garantire che il lavoro di Vox Media sia migliorato e amplificato dall’uso dell’intelligenza artificiale, mentre si continua a proteggere e valorizzare l’importante lavoro giornalistico.