L’evoluzione accelerata dell’intelligenza artificiale sta portando con sé non solo opportunità senza precedenti, ma anche una serie di rischi che stanno diventando sempre più concreti. In questo contesto, OpenAI ha annunciato l’apertura di una nuova posizione dirigenziale dedicata esclusivamente alla gestione e alla prevenzione degli impatti più critici della tecnologia. L’iniziativa è stata comunicata direttamente da Sam Altman, che ha spiegato come l’azienda stia cercando un “Responsabile della Preparazione”, una figura chiamata a supervisionare i rischi legati allo sviluppo e alla diffusione dei modelli di intelligenza artificiale più avanzati.
La scelta di istituire questo ruolo riflette una consapevolezza crescente: i modelli di IA non sono più strumenti sperimentali confinati ai laboratori, ma sistemi sempre più presenti nella vita quotidiana, nel lavoro e nei processi decisionali. Secondo Altman, l’impatto sociale di queste tecnologie inizierà a manifestarsi in modo evidente già nel breve termine, con il 2025 indicato come un punto di svolta. In particolare, l’attenzione si concentra su due aree ritenute particolarmente sensibili: la salute mentale degli utenti e la sicurezza informatica.
Il tema della salute mentale è emerso con forza negli ultimi mesi, soprattutto in relazione al fenomeno che alcuni esperti definiscono “psicosi dell’intelligenza artificiale”. In certi casi, l’interazione prolungata con chatbot avanzati può rafforzare convinzioni errate, alimentare illusioni o sostenere narrazioni complottiste. Vi è inoltre la preoccupazione che questi strumenti possano essere utilizzati in modo improprio per mascherare o aggravare comportamenti problematici, come i disturbi alimentari o altre fragilità psicologiche. In questo scenario, la nuova figura dirigenziale avrà il compito di monitorare e valutare come le capacità dei modelli possano influenzare il benessere mentale, intervenendo prima che tali effetti diventino sistemici.
Parallelamente, OpenAI riconosce che l’intelligenza artificiale ha raggiunto un livello di sofisticazione tale da poter individuare e sfruttare vulnerabilità critiche nei sistemi informatici. Se da un lato questo apre possibilità significative per rafforzare le difese e migliorare la sicurezza, dall’altro aumenta il rischio che le stesse capacità vengano utilizzate da attori malevoli. Il Responsabile della Preparazione dovrà quindi analizzare il potenziale di abuso delle tecnologie sviluppate, costruendo modelli di minaccia e definendo contromisure efficaci che possano essere integrate in un processo di sicurezza strutturato e scalabile.
L’annuncio di lavoro chiarisce che la posizione non si limiterà a un ruolo consultivo. La responsabilità principale sarà quella di valutare le cosiddette “capacità di intelligenza artificiale di livello avanzato”, ovvero quelle funzioni che, se rilasciate senza adeguate precauzioni, potrebbero causare danni significativi. Questo include la valutazione delle prestazioni dei modelli, la definizione di standard per la divulgazione delle capacità ad alto rischio e l’integrazione delle strategie di mitigazione all’interno di un quadro di sicurezza coerente. Un’attenzione particolare sarà rivolta anche ai sistemi in grado di migliorarsi autonomamente, considerati tra i più complessi e delicati da gestire.
Altman non ha nascosto la difficoltà del ruolo, definendolo apertamente “molto stressante”. Chi verrà scelto dovrà prendere decisioni complesse in un campo dove esistono pochi precedenti e dove anche scelte apparentemente ragionevoli possono avere conseguenze impreviste in contesti eccezionali. Questo richiede non solo competenze tecniche elevate, ma anche una notevole capacità di giudizio e una visione sistemica degli effetti sociali, psicologici e tecnologici dell’IA.
La creazione di questa posizione arriva però in un momento in cui alcuni osservatori ritengono che l’intervento sia forse tardivo. Le preoccupazioni legate all’uso improprio dei chatbot e agli effetti sulla salute mentale sono emerse già da tempo, e la mancanza di figure dedicate alla gestione di questi rischi è stata più volte criticata. La decisione di OpenAI può quindi essere letta sia come una risposta a pressioni esterne, sia come il riconoscimento interno che l’attuale fase di sviluppo dell’IA richiede un salto di qualità anche sul piano della governance.
Nelle dichiarazioni ufficiali, OpenAI ha sottolineato la necessità di un nuovo approccio che consenta di sfruttare appieno i benefici dell’intelligenza artificiale, limitandone al contempo il potenziale di abuso. L’equilibrio da trovare è delicato: rafforzare i difensori della sicurezza informatica senza fornire strumenti ancora più potenti a chi potrebbe utilizzarli per arrecare danni, e allo stesso tempo proteggere gli utenti più vulnerabili senza bloccare l’innovazione.
In definitiva, la ricerca di un Responsabile della Preparazione segnala un cambiamento importante nel modo in cui le grandi aziende tecnologiche iniziano a concepire la responsabilità legata all’intelligenza artificiale. Non si tratta più solo di sviluppare modelli sempre più potenti, ma di costruire strutture organizzative in grado di anticiparne gli effetti collaterali. In un settore in rapida evoluzione e con pochi riferimenti storici, questa scelta potrebbe rappresentare un primo passo verso una gestione più matura e consapevole dei rischi che accompagnano l’era dell’IA avanzata.
