Con l’introduzione delle GPU NVIDIA Blackwell Ultra, progettate per soddisfare le crescenti esigenze di elaborazione dell’intelligenza artificiale, si è aperta una nuova era nelle prestazioni dei data center. Tuttavia, l’adozione di queste potenti tecnologie richiede un’infrastruttura adeguata, in particolare per quanto riguarda il raffreddamento dei sistemi. Karan Batta, vicepresidente senior di Oracle Cloud Infrastructure (OCI), ha sottolineato che la maggior parte dei data center non è attualmente pronta per implementare soluzioni di raffreddamento a liquido, evidenziando le sfide associate a questa tecnologia.
Il raffreddamento a liquido offre vantaggi significativi in termini di efficienza termica rispetto ai tradizionali sistemi di raffreddamento ad aria. Tuttavia, la sua implementazione comporta sfide tecniche e operative. La progettazione dei data center deve essere adattata per gestire il calore prodotto dalle GPU di nuova generazione, richiedendo scelte tra diverse soluzioni di raffreddamento, come sistemi passivi o attivi, e la decisione tra approcci a circuito chiuso o aperto. La complessità aumenta quando si considera l’integrazione di queste soluzioni in infrastrutture esistenti, richiedendo una pianificazione attenta e investimenti significativi.
Per affrontare queste sfide, Oracle sta investendo nella modernizzazione dei propri data center, adattandoli alle esigenze delle GPU Blackwell Ultra. Questo processo implica la progettazione di sistemi di raffreddamento avanzati e l’ottimizzazione delle reti interne per supportare l’elevato throughput richiesto dalle applicazioni di intelligenza artificiale. La collaborazione con NVIDIA è fondamentale in questo contesto, poiché consente a OCI di offrire soluzioni scalabili e ad alte prestazioni, come i cluster di calcolo zettascale alimentati da GPU Blackwell, che possono raggiungere prestazioni di picco fino a 2,4 zettaFLOPS.
Oltre all’ottimizzazione interna, Oracle sta cercando alleanze strategiche con altri fornitori di servizi cloud, come Google e Microsoft Azure. Queste collaborazioni mirano a integrare OCI nelle loro infrastrutture, offrendo ai clienti soluzioni multi-cloud più flessibili e robuste. Tali partnership sono particolarmente vantaggiose considerando le diverse esigenze dei clienti e le specializzazioni uniche di ciascun fornitore. Ad esempio, la sinergia con Google, nota per il suo modello AI Gemini, può portare a soluzioni innovative che combinano le forze di entrambe le piattaforme.
Le esigenze di calcolo continueranno a crescere man mano che le applicazioni di intelligenza artificiale diventano più diffuse e sofisticate. In questo scenario, Oracle si impegna a rimanere un fornitore di cloud aperto, offrendo una vasta gamma di modelli di intelligenza artificiale e collaborando con leader del settore come OpenAI, Meta e Cohere. Questo approccio garantisce che i clienti abbiano accesso alle ultime innovazioni nel campo dell’AI, supportate da un’infrastruttura cloud solida e scalabile.