Google, già sotto scrutinio negli Stati Uniti, affronta ora accuse di violazione delle leggi antitrust in Giappone. L’Autorità Giapponese per la Concorrenza (FTC) ha rilevato che l’azienda ha imposto ai produttori di smartphone l’installazione predefinita delle proprie applicazioni di ricerca, limitando così la concorrenza.
Secondo fonti vicine all’indagine, Google avrebbe stipulato accordi con produttori come Samsung, offrendo una quota dei ricavi pubblicitari a condizione che non installassero applicazioni di ricerca concorrenti. Queste pratiche avrebbero rafforzato la posizione dominante di Google nel mercato, ostacolando l’ingresso di altri operatori.
In risposta alle accuse negli Stati Uniti, Google ha proposto di offrire ai produttori di smartphone la possibilità di cambiare il motore di ricerca predefinito ogni 12 mesi, al fine di promuovere una maggiore concorrenza. Tuttavia, l’azienda ha contestato l’idea di dover cedere piattaforme come Chrome, definendo tale misura “estrema e illegale”.
Anche l’Unione Europea ha espresso preoccupazioni simili. A giugno, ha annunciato l’intenzione di esaminare l’accordo tra Google e Samsung per l’installazione del modello di intelligenza artificiale “Gemini Nano” sul Galaxy S24, valutando se ciò costituisca una pratica anticoncorrenziale.