Negli ultimi giorni, OpenAI si è trovata coinvolta in una controversia inaspettata riguardante la criptovaluta, dopo che la società fintech statunitense Robinhood ha annunciato di aver emesso token digitali legati a OpenAI e a SpaceX. Questi token, presentati come strumenti che offrono una quota di proprietà indiretta in OpenAI, hanno generato un certo clamore e una rapida salita del prezzo delle azioni della società. Tuttavia, OpenAI ha prontamente smentito qualsiasi affiliazione o partecipazione a questo progetto, invitando il pubblico a esercitare estrema cautela.
Il 3 luglio, attraverso un comunicato ufficiale pubblicato su X (ex Twitter), OpenAI ha dichiarato chiaramente: “I token di OpenAI non sono azioni di OpenAI. Non siamo affiliati a Robinhood, non abbiamo partecipato a questo progetto e non lo garantiamo”. L’azienda ha voluto ribadire con fermezza che qualsiasi trasferimento di azioni di OpenAI richiede la sua approvazione diretta e che nessun trasferimento è stato autorizzato in questo contesto.
Questa presa di posizione arriva a seguito dell’annuncio di Robinhood, avvenuto il giorno precedente, che ha dichiarato di aver emesso token relativi a OpenAI e SpaceX, destinati a offrire agli investitori al dettaglio un’esposizione indiretta ai mercati privati. Tuttavia, Robinhood non ha specificato quanti titoli di OpenAI siano stati acquisiti né in che modo, alimentando dubbi e incertezze. Secondo quanto dichiarato, questi token sono legati a una “società veicolo” partecipata da Robinhood, la quale detiene azioni di OpenAI, ma l’effettiva proprietà e l’autorizzazione di tali azioni rimangono incerte.
È importante sottolineare che, a causa delle normative vigenti, gli utenti statunitensi non possono acquistare questi token, che risultano invece disponibili solo per gli investitori nell’Unione Europea. Questo limite geografico aggiunge ulteriore complessità e confusione intorno a questa iniziativa.
La situazione si inserisce in un contesto più ampio di crescente attenzione verso la sicurezza informatica nel mondo della tecnologia. Negli ultimi tempi, si sono verificati numerosi casi di hackeraggio di account di grandi aziende tecnologiche su piattaforme social, inclusa OpenAI, con conseguente uso fraudolento di questi account per attività illecite legate alle criptovalute. Nonostante ciò, Robinhood rimane una società quotata al Nasdaq, con una certa reputazione e regolamentazione.
Il monito di OpenAI è chiaro: la società non ha alcun legame con questi token, non li garantisce e invita chiunque sia interessato a investire a verificare attentamente la natura e la legittimità di tali strumenti. La vicenda sottolinea quanto sia delicato il rapporto tra criptovalute e aziende tecnologiche, e quanto sia necessario un atteggiamento prudente da parte degli investitori, soprattutto in un mercato ancora poco regolamentato e soggetto a manipolazioni.
In conclusione, mentre la tecnologia blockchain e i token digitali rappresentano opportunità innovative nel mondo degli investimenti, episodi come questo evidenziano i rischi di malintesi e di iniziative non ufficiali che possono generare confusione e potenziali truffe. OpenAI, con il suo intervento tempestivo, ha voluto mettere un punto fermo, ribadendo la propria distanza da questo fenomeno e invitando tutti a un approccio consapevole e informato.