È un agosto intenso nel mondo dell’intelligenza artificiale: OpenAI ha avviato il roll‑out del suo modello più avanzato, GPT‑5, trasformando l’esperienza ChatGPT. Tuttavia, tra entusiasti proclamatori della “fase PhD dell’IA” e utenti nostalgici per l’umanità più calda dei modelli precedenti, si è scatenato un acceso dibattito sul futuro dell’interazione uomo‑AI.
La nuova versione di GPT‑5 introduce una svolta nell’interazione conversazionale. Gli utenti possono ora scegliere tra tre modalità di risposta: Auto, per l’uso quotidiano; Fast, per risposte immediate; e Thinking, per ragionamenti più approfonditi e sofisticati. Il sistema include un router in tempo reale che decide autonomamente quale modalità attivare in base alla complessità e alla forma della richiesta — salvo che l’utente imponga una modalità specifica. Questa flessibilità rende l’esperienza più calibrata sui bisogni individuali.
Non tutto è senza vincoli: la modalità GPT‑5 Thinking è soggetta a un limite settimanale di 3.000 messaggi. Superata questa soglia, gli utenti possono passare alla versione Thinking mini, meno dispendiosa dal punto di vista computazionale.
Dal punto di vista dell’efficacia, GPT‑5 è un netto miglioramento: ragionamento più sofisticato, precisione nei compiti, capacità di scrittura e codifica degne di un “esperto al tuo servizio”. Tuttavia, molti hanno lamentato che l’esperienza manca di calore umano, risultando più fredda rispetto ai modelli precedenti, soprattutto il caro GPT‑4o.
La reazione degli utenti non si è fatta attendere. Molti hanno espresso frustrazione per la rimozione improvvisa di GPT‑4o, definendola una perdita emotiva significativa. Le lamentele sul tono e la qualità delle risposte di GPT-5 hanno spinto OpenAI a fare marcia indietro, ripristinando GPT‑4o per gli abbonati Plus e garantendo maggiore trasparenza sui futuri cambiamenti.
Questo episodio evidenzia una tensione crescente: da un lato, l’innovazione e il progresso tecnico; dall’altro, la relazione emotiva che gli utenti instaurano con i modelli. OpenAI promette di rendere GPT‑5 più “caloroso” nel tempo, pur senza risultare eccessivamente rassicurante come lo era GPT‑4o. Inoltre, si prepara a offrire personalità alternative per un’interazione ancora più personalizzata.