Negli ultimi tempi, il mondo delle startup dedicate all’intelligenza artificiale sta vivendo un momento di fermento come non se ne vedevano da anni. È una vera e propria escalation, in cui le idee più ambiziose attirano capitali enormi in tempi sorprendentemente rapidi. Tra queste imprese, due nomi spiccano con forza particolare: Perplexity e Replit. Le loro ultime mosse non sono solo segnali delle loro potenzialità, ma riflettono anche dinamiche più ampie del mercato globale dell’AI: di fiducia, di sfida tecnologica, e di una corsa che sembra non aver freni.

Perplexity è una giovane startup, ma la sua traiettoria è già impressionante. In appena pochi mesi, ha visto crescere la propria valutazione da 180 miliardi di dollari USA a ben 200 miliardi. Quanto raccolto in un nuovo round di investimenti ammonta a 200 milioni di dollari: un traguardo che testimonia non soltanto il valore percepito delle sue tecnologie, ma anche la fiducia che gli investitori stanno mettendo nel suo futuro.

Ciò che sorprende maggiormente è quanto rapidamente Perplexity sia riuscita a raggiungere questo nuovo stadio: non è passato molto tempo da quando, con lo stesso processo, aveva già alzato il proprio valore societario, e ora la cifra si è mobilitata verso l’alto con una rapidità che sembra quasi inarrestabile. In soli sei mesi (se non meno), l’azienda ha chiuso più round, raccogliendo nel complesso oltre 1 miliardo di dollari di finanziamenti.

Questo ritmo, di fatto, racconta molto dell’attrattività dell’AI oggi: idee che fino a pochi anni fa sarebbero state viste come futuristiche, o troppo speculative, oggi sono al centro dell’attenzione – e dei portafogli. Il mercato sembra aver scommesso su Perplexity con la convinzione che sia capace di davvero “fare la differenza” in un settore affollato ma ancora ricco di sorprese.

Se Perplexity gioca su cifre da capogiro e sulla rapidità della crescita, Replit segue una traiettoria altrettanto interessante ma con sfumature diverse. Azienda specializzata in ambienti di sviluppo, coding collaborativo, automazione tramite agenti intelligenti — Replit è entrata in scena con un round di investimenti recentemente chiuso, che ha portato nelle sue casse 250 milioni di dollari a fronte di una valutazione societaria di 30 miliardi di dollari.

È significativo notare come Replit non stia solo raccogliendo fondi, ma stia anche espandendo concretamente il suo spazio di azione: non si limita a fornire ambienti di programmazione “tradizionali”, ma sta sviluppando strumenti autonomi (agent) e workflow personalizzati, che consentono agli utenti non solo di scrivere codice, ma di farlo interagire, testarsi, correggersi, e automatizzare processi. Una sorta di evoluzione verso un coding sempre più “smart”.

Tra gli investitori ci sono nomi consolidati come Andreesen Horowitz, Google, e alcuni fondi nuovi ma ben posizionati come Prism Capital. Il fatto che Google, ad esempio, partecipi ora come investitore in realtà che non sono “direttamente sue” indica quanto l’ecosistema AI stia diventando trasversale: ciascuno vuole essere dentro progetti che possono trasformarsi in infrastrutture essenziali per il futuro del software.

Di Fantasy