Nel crocevia tra Silicon Valley e tecnologia militare, un annuncio recente ha acceso i riflettori su quella zona grigia in cui l’innovazione diventa strategia: Anduril, in collaborazione con Meta, ha presentato EagleEye, un sistema di realtà mista (MR) potenziato dall’intelligenza artificiale da montare sui caschi dei soldati. L’evento segna anche un ripensamento della relazione tra Palmer Luckey — già fondatore di Oculus — e Mark Zuckerberg, che otto anni fa avevano interrotto un sodalizio tumultuoso. Oggi, quel legame sembra ricostruito nel segno della tecnologia applicata ai conflitti.
L’essenza di EagleEye è racchiusa nell’idea di fondere dati, sensoristica, comandi e visualizzazione in tempo reale nel campo visivo del combattente. Non più uno strumento aggiuntivo, ma una piattaforma immersiva che supporta decisioni, percezioni e comando in emergenza. Il nome “EagleEye” non è un vezzo retorico: l’intento è conferire al soldato un “sesto senso”, grazie alle informazioni che emergono dal contesto ma che l’occhio nudo non coglie.
Il sistema si basa sul software Lattice di Anduril, che aggrega flussi da sensori, dati di rete, feed video da droni e unità dislocate, e li sintetizza in un modello tattico condiviso. Ogni casco diventa nodo attivo di una rete di percezione collettiva, dove un avviso di minaccia, una variazione del contesto o una comunicazione remota arrivano direttamente al visore frontale, in forma di overlay visuali e notifiche contestualizzate.
Il design è modulare: EagleEye non è un unico casco, ma una famiglia di varianti che spaziano dal visore leggero alle versioni integrali blindate. In modalità giorno, il comparto AR “trasparente” lascia intravedere l’ambiente reale con sovrimpressioni: minimappa, tracciamento degli alleati e dei potenziali nemici, marcature intelligenti. Di notte o in ambienti avversi, la modalità “passthrough” ricostruisce l’immagine ambientale tramite fotocamere esterne, applicando elaborazioni, filtri e riconoscimenti.
Un dettaglio che colpisce è il campo visivo: nelle versioni “full-face ballistic shield”, EagleEye copre oltre 200 gradi di ampiezza e più di 100 gradi in altezza nel display, trasformando il casco in una finestra immersiva sui sensori e sui dati. Il casco integra inoltre audio spaziale, rilevamento in radiofrequenza (RF), sensori laterali e posteriori, nonché la capacità di controllare droni e unità robotiche direttamente dal visore stesso.
Nel discorso pubblico, Luckey ha più volte evocato l’idea che non si sta semplicemente donando “un nuovo strumento” al soldato, ma un “nuovo compagno di squadra”. «L’integrazione di un’IA nel display è un’idea che esiste da decenni», ha detto: «EagleEye è la prima volta che diventa reale».
Questa presentazione arriva in un momento cruciale: EagleEye è stato esposto al congresso militare AUSA 2025, con modelli reali e versioni espositive. Luckey ha dichiarato di aver testato per mesi soluzioni volte a mitigare fenomeni di “cinetosi visiva” (motion sickness), uno dei problemi che ha afflitto le versioni precedenti di visori militari. È stato anche rivelato che il sistema lavora su versioni più leggere, come occhiali da 80 grammi, per ruoli logistici o meno esposti, accanto a versioni blindate adatte al combattimento più vicino.
Questo annuncio non nasce dal nulla: Anduril ha ricevuto nel 2025 un contratto del valore di circa 159 milioni di dollari per prototipare il sistema EagleEye come parte del progetto Soldier Borne Mission Command (SBMC), il successore del controverso programma IVAS guidato da Microsoft. Il governo statunitense, dopo vari problemi con il visore IVAS (problemi di comfort, stabilità, controllo), ha deciso di rimettere a gara la componente hardware, lasciando spazio a concorrenti come Anduril.
Di certo, la partnership con Meta gioca un ruolo simbolico e tecnico. Meta fornisce competenze nel design di display, onde guida e tecnologia AR, riallacciando i fili del passato: Luckey aveva fondato Oculus e venduto l’azienda a Meta, che poi lo aveva estromesso nel 2017. Oggi, la collaborazione diventa un elemento strategico: l’ex rapporto conflittuale si trasforma in un’alleanza attiva nel mercato della difesa.