OpenAI ha annunciato che sospenderà temporaneamente la generazione di video raffiguranti Martin Luther King Jr. sulla sua app di video-AI Sora, dopo una richiesta formale della famiglia del celebre attivista per i diritti civili.
La vicenda nasce dal fatto che, a pochi giorni dal lancio di Sora 2 — la nuova versione dell’app di video-IA di OpenAI — sono emersi numerosi clip che ritraevano figure storiche decedute in scenari creati dall’intelligenza artificiale, spesso con toni dileggianti o impropri. Tra questi, alcuni video mostravano Martin Luther King Jr. in situazioni irriguardose, tra cui ambientazioni satiriche o distorte del suo celebre discorso “I Have a Dream”.
La figlia dell’attivista, Bernice A. King, ha pubblicamente chiesto che si “smetta di trattare mio padre in questo modo”, sottolineando come il suo volto fosse divenuto oggetto di contenuti che definisce «non ciò che avrebbe voluto». In risposta, OpenAI ha dichiarato che, «su richiesta di King, Inc. (l’ente che gestisce il patrimonio del reverendo King) sospenderemo le generazioni che lo raffigurano, mentre rafforziamo le misure per proteggere i personaggi storici».
Questa scelta segna una prima volta per l’azienda: non era mai stata adottata una misura di questo tipo, ovvero una rimozione mirata in seguito ad una richiesta individuale concreta per Sora. Finora la piattaforma consentiva generazioni di video di personaggi defunti senza un filtro esplicito, salvo che i titolari dei diritti non intervenissero.
È interessante osservare gli aspetti che rendono questo provvedimento particolarmente significativo: da un lato l’app-eccezione di libertà di espressione — la tecnologia di Sora permette, in teoria, la presenza di figure storiche in contesti nuovi e creativi — e dall’altro la responsabilità etica nell’uso dell’immagine, soprattutto quando si tratta di individui che hanno segnato la storia e costituiscono un patrimonio collettivo. OpenAI stessa lo riconosce quando afferma che «sebbene ci siano forti interessi di libertà d’espressione nella rappresentazione di figure storiche, crediamo che i personaggi pubblici e le loro famiglie debbano in ultima analisi avere il controllo su come vengono utilizzate le loro immagini».
Le implicazioni di questo episodio si estendono ben oltre il singolo caso. Mostrano come la tecnologia dell’IA generativa stia rapidamente sollevando questioni legali, morali e sociali che fino a pochi anni fa erano relegate al mondo della fantascienza. Chi controlla il diritto alla rappresentazione? Come si tutela l’eredità di chi non c’è più? Quali limiti impone la dignità umana alla creatività generata da algoritmi? In questo senso, la decisione di OpenAI apre un capitolo nuovo: riconosce che non basta la potenza tecnologica, serve anche un set di regole, sensibilità, trattative con i portatori di interesse.
Resta però molto da definire: la politica di opt-out per famiglie o rappresentanti autorizzati è stata annunciata, ma non è ancora chiaro come sarà applicata in modo sistematico, quali criteri verranno adottati, e quale livello di controllo sarà garantito. Ad esempio, la definizione di “figura storica” o “recentemente deceduto” non è ancora circoscritta in modo trasparente.
In conclusione, la sospensione delle generazioni di King su Sora rappresenta un momento di svolta: la tecnologia IA generativa non può più essere vista come un terreno libero da vincoli, ma deve confrontarsi con la memoria, la responsabilità, la rappresentazione. Per OpenAI e per il settore nel complesso, questo è un segnale forte: l’innovazione richiede non solo creazione, ma anche custodia.