La recente edizione del Baidu World 2025, l’evento tecnologico annuale di Baidu, non è stato soltanto un palcoscenico per l’esibizione di nuovi modelli di Intelligenza Artificiale, ma si è trasformato in una dichiarazione di intenti strategica. Il colosso cinese ha presentato un pacchetto integrato di chip AI proprietari, prodotti server avanzati e il suo modello di punta ERNIE 5.0, segnando un’offensiva congiunta che pone l’accento in modo particolare sull’hardware. Questa enfasi risponde direttamente e con decisione al persistente divieto imposto dal governo statunitense sulle importazioni di chip Nvidia ad alte prestazioni, una restrizione che ha innescato una febbrile corsa all’autosufficienza tecnologica in Cina.
Il cuore della strategia hardware di Baidu risiede nell’annuncio di due nuovi chip AI ad alte prestazioni. Il primo, denominato M100, è ottimizzato specificamente per i carichi di lavoro di inferenza (l’applicazione pratica dei modelli AI) e il suo rilascio è previsto per l’inizio del 2026. Guardando a un orizzonte temporale leggermente più ampio, l’azienda ha presentato l’M300, un chip di fascia alta che sarà in grado di gestire sia l’apprendimento (addestramento) che l’inferenza, con un lancio atteso per l’inizio del 2027. Questi chip sono cruciali per garantire un flusso costante di potenza di calcolo di proprietà cinese per il suo crescente ecosistema AI.
Tuttavia, Baidu è ben consapevole che i suoi chip, singolarmente, devono ancora colmare il divario prestazionale rispetto ai prodotti più avanzati di Nvidia, le cui importazioni sono bloccate. Per superare questa limitazione, l’azienda ha presentato la sua soluzione “Supernode” per server. Questa tecnologia si basa sul principio di aggregazione: connette centinaia di chip tramite una rete ad alta velocità per compensare i limiti prestazionali dei singoli componenti, trasformando un gruppo di chip in un’unica, potente unità di calcolo. Questo approccio è già stato convalidato e dimostrato da altri giganti tecnologici cinesi, come Huawei, che sta distribuendo prodotti server simili.
Il piano di implementazione è ambizioso e immediato: il prodotto Tianchi 256, che aggregherà 256 chip P800, è previsto in lancio nella prima metà dell’anno prossimo, seguito dal Tianchi 512, dotato del doppio della potenza con 512 chip P800, nella seconda metà. Questa strategia non solo mira a soddisfare l’enorme domanda interna di potenza di calcolo per l’AI, ma rappresenta anche un chiaro segnale di resilienza tecnologica, garantendo un’alternativa domestica alle forniture internazionali.
Nonostante la portata degli annunci e l’evidente spinta verso l’indipendenza tecnologica, la reazione iniziale del mercato è stata tiepida. Il giorno successivo alla presentazione, il prezzo delle azioni Baidu a Hong Kong ha subito un calo significativo, raggiungendo un ribasso del 9,8%. I critici hanno sollevato perplessità sulla mancanza di caratteristiche dirompenti e convincenti che potessero giustificare una nuova ondata di entusiasmo, evidenziando una potenziale disconnessione tra le ambizioni tecniche di Baidu e le aspettative immediate del mercato in termini di innovazione percepibile dall’utente finale.
L’evento Baidu World 2025 ha cristallizzato la strategia cinese per l’AI: investire massicciamente nell’hardware domestico per bypassare le restrizioni geopolitiche, creando al contempo modelli linguistici avanzati che possano competere con i giganti globali. Sebbene la strada verso la piena supremazia tecnologica sia ancora lunga e irta di ostacoli, la presentazione congiunta di chip, supernode e modelli omni-modali dimostra che Baidu è determinata a non farsi frenare dai divieti, costruendo un ecosistema AI completamente autosufficiente.