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Con l’improvvisa e crescente popolarità degli occhiali intelligenti potenziati dall’intelligenza artificiale, guidati in gran parte dal successo dei dispositivi lanciati da Meta, riemerge in modo prepotente il fantasma delle preoccupazioni sulla privacy. Se il mercato degli occhiali AI si sta rapidamente espandendo, con colossi come Apple, Google e Alibaba pronti a lanciare i propri prodotti, l’ombra del Regolamento generale sulla protezione dei dati europeo (GDPR) e l’attenzione dei gruppi per i diritti digitali minacciano di porre un freno significativo a questa ondata tecnologica.

L’allarme è stato sollevato dal gruppo europeo per la difesa dei diritti digitali NOYB (None of Your Business), con sede in Austria, che ha evidenziato come gli occhiali dotati di funzionalità AI sollevino questioni di privacy che vanno ben oltre la semplice registrazione video. L’avvocato Clinty Sardelli ha sintetizzato la questione fondamentale su due fronti: la trasparenza per chi si trova intorno all’utilizzatore, riguardo al fatto che il dispositivo stia registrando, e, ancor più criticamente, l’utilizzo dei dati personali raccolti per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale. Quest’ultima non è una preoccupazione nuova per Meta; la protesta del NOYB dello scorso anno sull’uso dei dati degli utenti dei social media per l’addestramento dei modelli AI aveva già portato al rinvio a tempo indefinito del lancio di “Meta AI” nell’Unione Europea.

A regolare la materia è il GDPR, universalmente riconosciuto come uno degli standard di protezione dei dati più severi al mondo. L’autorità irlandese per la protezione dei dati, incaricata di applicare il regolamento per Meta in Europa, aveva già messo in discussione l’adeguatezza dei minuscoli indicatori luminosi a LED sugli occhiali AI, che avrebbero dovuto avvisare i presenti di essere ripresi. Se Meta ha risposto ingrandendo l’illuminazione e aggiungendo uno schema lampeggiante, la Commissione Europea ha chiarito che il requisito legale è stringente: qualsiasi registrazione di individui deve essere comunicata in modo chiaro e l’azienda deve avere una base giuridica per l’acquisizione. Ciò implica che le aziende dovranno non solo informare chiaramente le persone che sono soggette a registrazione audio o video, ma ottenere anche il consenso esplicito per la raccolta e l’uso di tali dati.

Queste restrizioni legali, se rigorosamente applicate, potrebbero limitare significativamente le capacità di registrazione e acquisizione essenziali per gli occhiali AI. La vera utilità di questi dispositivi risiede infatti nella loro capacità di catturare la visuale dell’utente in tempo reale tramite la telecamera per comprendere il contesto circostante – un requisito indispensabile per fornire indicazioni personalizzate, risposte contestuali o funzionalità di navigazione in realtà aumentata. Limitare l’uso della telecamera, o renderlo condizionato all’ottenimento del consenso continuo, rischia di ridurne drasticamente l’usabilità e di annullare gran parte del loro appeal tecnologico.

La percezione di questo fenomeno è divisa, evidenziando una crescente frizione sociale. Un sondaggio condotto nel 2024 dalla Monash University ha rivelato un chiaro divario: mentre gli utenti degli occhiali AI percepiscono un miglioramento della propria immagine sociale e delle relazioni, i non-utilizzatori esprimono profonda preoccupazione per le violazioni della privacy e il disagio sociale causato dalla registrazione non consensuale.

Questa spaccatura è una variabile fondamentale per il futuro del mercato degli occhiali intelligenti, dove Meta, in partnership con EssilorLuxottica, detiene una quota di mercato dominante del sessanta per cento. La situazione odierna non è del tutto nuova; già nel 2013, il lancio dei Google Glass fu segnato da polemiche e persino da divieti d’ingresso in alcuni locali statunitensi a causa dei timori per le riprese non autorizzate. Tuttavia, a distanza di dieci anni, il problema si è evoluto: alla semplice preoccupazione per la registrazione si aggiunge ora la minaccia, molto più complessa e pervasiva, dell’utilizzo di questi dati per addestrare modelli di intelligenza artificiale onniscienti. Sebbene EssilorLuxottica abbia dichiarato di essere al lavoro con le autorità competenti per stabilire nuovi standard di settore, la sfida che il GDPR pone alla raccolta indiscriminata di dati tramite dispositivi indossabili rappresenta il banco di prova decisivo per l’espansione globale della tecnologia degli occhiali AI.

Di Fantasy