È noto che l’intelligenza artificiale generativa (AI) agisce come una grande variabile nella “legge sull’intelligenza artificiale (AI ACT)” dell’UE. L’annuncio della bozza, che era previsto per questa primavera, è stato ritardato per questo motivo.
Reuters ha riferito, citando fonti interne, che il rapido sviluppo dell’IA generativa come “ChatGPT” sta ritardando l’accordo dei legislatori dell’UE che coordinano le leggi sull’IA.
In base a ciò, il Parlamento europeo ha lottato per quasi due anni con la stesura e l’accordo per attuare la legge dell’UE sull’IA, ma negli ultimi mesi sono stati rivelati nuovi fenomeni a causa dell’IA di nuova generazione e stanno lottando su come affrontare Esso.
Fino al mese scorso, si prevedeva che sarebbe stato raggiunto un accordo su questioni chiave come la definizione di IA e che a marzo sarebbe stata pubblicata una bozza di legge sull’IA di 108 pagine.
In particolare, poiché gli LLM (Large Language Models) possono continuare ad espandere i modelli di IA applicati, risulta che l’UE li ha inclusi in un’altra categoria denominata “sistemi di IA di uso generale (GPAIS)”.
L’UE classifica l’IA in quattro fasi in base al livello di rischio: rischio inaccettabile (uso vietato), rischio elevato, rischio limitato e rischio minimo.
Daniel Leper, chief policy analyst di Access Now, ha dichiarato: “Il problema è che altre tecnologie emergono prima ancora che aggiungiamo regolamenti per adeguarci alle nuove tecnologie”, ha sottolineato.
È stato dimostrato che anche processi vasti e complessi svolgono un ruolo. I parlamentari europei devono concordare più di 3.000 emendamenti, dalla creazione di un nuovo ufficio AI alle norme dettagliate della legge.
Brando Benipay, un membro italiano del parlamento europeo, ha dichiarato: “È piuttosto complicato e richiede molto tempo perché una questione deve essere discussa con 20 membri ogni volta, così come molte altre commissioni coinvolte”.
Di conseguenza, si prevede che l’annuncio della legge, originariamente previsto per la fine dell’anno, possa essere ritardato. D’altra parte, con l’avvicinarsi delle elezioni parlamentari europee, è noto che anche la pressione per elaborare i progetti di legge prima di allora è una variabile.
A questo proposito, l’analista Leper ha alzato la voce, dicendo: “Non dovremmo affrettarci a concludere discussioni o scendere a compromessi moderati su questioni importanti in gioco per i diritti delle persone”.