L’evoluzione tecnologica sta trasformando radicalmente il modo in cui interagiamo con il mondo della moda e dello shopping. L’intelligenza artificiale (IA) è al centro di questa rivoluzione, promettendo di semplificare e personalizzare l’esperienza d’acquisto per i consumatori. Secondo le previsioni della società di consulenza Gartner, entro il 2027 oltre la metà dei consumatori utilizzerà regolarmente agenti basati sull’IA per effettuare i propri acquisti.

Un esempio pionieristico in questo ambito è rappresentato da Perplexity, un motore di ricerca americano basato sull’IA. A partire da novembre scorso, gli utenti abbonati alla versione a pagamento possono richiedere al sistema di eseguire attività complesse, come la ricerca di prodotti, il confronto dei prezzi e persino il completamento degli acquisti. In pratica, Perplexity funge da consulente di moda virtuale, selezionando e consigliando articoli basandosi su ricerche online e opinioni di esperti.

Un’altra innovazione significativa è offerta da Aesthetic, un’applicazione che si propone come “concierge” di moda basata sull’IA. Soprannominata la “Shazam per vestiti”, Aesthetic utilizza un algoritmo chiamato Alma per decodificare le preferenze di stile individuali direttamente da piattaforme social come Instagram e TikTok. Gli utenti possono inviare immagini o video all’app e, in pochi secondi, ricevere un collegamento per acquistare articoli simili.

Queste innovazioni suggeriscono che gli agenti basati sull’IA potrebbero rappresentare la prossima grande svolta nel settore della moda e del lusso, offrendo sistemi in grado di svolgere compiti complessi per conto degli acquirenti. Anche giganti tecnologici come Google, OpenAI e Amazon stanno esplorando il potenziale degli agenti IA nel contesto dello shopping online. Amazon, ad esempio, sta prototipando agenti IA che potrebbero suggerire prodotti sul suo sito o persino aggiungerli direttamente al carrello degli utenti.

Tuttavia, l’integrazione dell’IA nello shopping presenta anche sfide significative. Settori come la moda e la bellezza sono fortemente influenzati da fattori emozionali, percezione del marchio e preferenze personali. Mentre l’automazione è più facilmente accettata per beni di consumo funzionali, è meno certo che i consumatori siano disposti a delegare scelte più soggettive a un agente IA. Dmitry Shevelenko, Chief Business Officer di Perplexity, ha affermato: “Non vogliamo automatizzare la gioia dello shopping, ma eliminare le parti fastidiose”.

Oltre a queste considerazioni, esistono anche sfide tecniche da affrontare. L’accesso a dati in tempo reale, come le disponibilità in magazzino, e il rischio di errori noti come “allucinazioni” (raccomandazioni inesatte o transazioni non andate a buon fine) sono tra i principali problemi. Un ulteriore dubbio riguarda la neutralità degli agenti: serviranno i consumatori o gli inserzionisti? Perplexity, al momento, non percepisce commissioni sulle vendite, puntando sulla trasparenza per guadagnare la fiducia degli utenti.

Nonostante le incertezze, l’adozione di agenti IA potrebbe rivoluzionare il commercio online. La chiave sarà dimostrare che possono migliorare l’esperienza d’acquisto senza sacrificare la qualità e la fiducia. L’IA ha il potenziale per apprendere anche preferenze intangibili, rendendola uno strumento efficace anche in ambiti emozionali.

Di Fantasy