Apple sta affrontando difficoltà significative nello sviluppo di una versione unificata e avanzata di Siri, il suo assistente vocale. Le ragioni di questo ritardo sembrano risiedere in un processo di sviluppo del modello di intelligenza artificiale che è stato definito “approssimativo” e poco efficace. Per questo motivo, l’azienda ha deciso di abbandonare l’attuale modello ibrido e di ricominciare praticamente da zero, affidando la creazione di una nuova architettura monolitica a un team specializzato situato in un laboratorio di Zurigo, in Svizzera, anziché negli Stati Uniti.

Secondo un articolo pubblicato da Bloomberg il 19 maggio, Apple è indietro rispetto ad altri giganti tecnologici nello sviluppo dell’intelligenza artificiale e la sua rincorsa sarà tutt’altro che semplice. La società si trova in una posizione di difficoltà a causa del ritardo con cui ha lanciato aggiornamenti importanti di Siri. Inoltre, si vocifera che John Giannandrea, vicepresidente responsabile dello sviluppo dell’IA, stia per lasciare il suo incarico, e che il team di sviluppo stia subendo una riorganizzazione profonda.

Dietro a queste criticità si celano problemi strutturali nella metodologia di lavoro. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale focalizzato su Siri era diviso in due rami distinti: da un lato la scrittura del codice per le funzioni esistenti, come ad esempio l’impostazione di sveglie e promemoria, dall’altro la creazione di nuovi codici per personalizzare i modelli IA con i dati degli utenti. Sebbene questa divisione fosse stata pensata per rispettare scadenze stringenti, la fase successiva di integrazione si è rivelata estremamente complessa. I due sistemi funzionavano bene separatamente, ma quando venivano uniti emergevano numerosi problemi tecnici e centinaia di bug.

Un dipendente Apple ha raccontato che circa un terzo delle funzionalità integrate di Siri non funzionava correttamente e che il processo di risoluzione dei problemi era simile a un gioco di “whack-a-mole”: risolvendo un errore, ne spuntavano subito altri tre. Di fronte a queste difficoltà, Apple ha abbandonato il modello ibrido e ha deciso di puntare su una nuova soluzione, un modello monolitico creato da zero, sviluppato nel centro di ricerca di Zurigo.

Questo ufficio europeo, inaugurato da Apple per concentrare talenti di alto livello, era già noto per aver creato il modello multimodale “MM1”, capace di gestire immagini e testi con prestazioni elevate. Il team di Zurigo, composto da almeno 36 esperti, lavora ora su un progetto denominato “LLM Series”, una nuova generazione di modelli di intelligenza artificiale.

Tuttavia, nonostante questo investimento, le prospettive rimangono complesse. Un ostacolo importante è la rigida politica sulla privacy di Apple. Pur avendo oltre 2,35 miliardi di dispositivi attivi nel mondo, che teoricamente consentirebbero una raccolta di dati vasta e diversificata, Apple protegge con crittografia i dati degli utenti in modo tale che nemmeno i suoi dipendenti possono accedervi. Questo limita molto la quantità di dati reali utilizzabili per addestrare i modelli IA, costringendo il team a lavorare principalmente con dati concessi in licenza o sintetici.

Questa limitazione è vista come un problema cruciale, soprattutto se confrontata con realtà come “Grok di X” (ex Twitter), che invece utilizza una mole enorme di dati degli utenti per far evolvere il proprio modello. Un dirigente ha commentato ironicamente: “Su cosa dovrebbe imparare Apple?”.

Un altro dirigente ha sottolineato come Apple stia puntando sulla sua enorme base di utenti per recuperare terreno, ma questa strategia, avverte, potrebbe non funzionare questa volta. Inoltre, si parla di un possibile scorporo tra i brand “Apple Intelligence” e “Siri” per superare l’immagine ormai datata di quest’ultimo, e si prevede che il nuovo modello integrato della serie LLM potrebbe ricevere un nuovo nome per rilanciare il progetto con una veste completamente nuova.

Di Fantasy