La rivista statunitense Time ha riservato il suo prestigioso titolo di Persona dell’Anno 2025 agli “Architetti dell’Intelligenza Artificiale”, confermando, con una scelta di grande risonanza, come l’AI sia stata la forza più trasformativa e pervasiva dell’anno che si sta concludendo. La decisione non premia un singolo individuo, ma riconosce l’impatto collettivo di un gruppo di visionari, ingegneri e finanziatori che hanno non solo immaginato, ma attivamente costruito e finanziato l’attuale era delle macchine pensanti.

Questo riconoscimento sottolinea la rapidità e l’irresistibilità con cui l’intelligenza artificiale ha ridefinito il corso della storia umana e i processi globali. Secondo quanto evidenziato dal Time, in questi dodici mesi l’AI è stata, in sostanza, la risposta a qualunque domanda, emergendo come il fattore determinante nell’economia, nella geopolitica e nelle abitudini quotidiane. Il magazine ha voluto mettere in luce coloro che hanno preso in mano “il volante della storia”, guidando la tecnologia a una velocità senza precedenti. Studi citati dal Time stesso suggeriscono che le capacità dei sistemi di intelligenza artificiale stiano raddoppiando quasi due volte l’anno, un ritmo che sfugge alle precedenti curve di progresso tecnologico.

Gli “architetti” celebrati non sono solo i volti noti delle grandi tech company, ma rappresentano l’intero ecosistema che ha reso possibile questa rivoluzione. Si parla di figure come Mark Zuckerberg, Lisa Su, Elon Musk, Jensen Huang, Sam Altman, Demis Hassabis, i fratelli Dario e Daniela Amodei, e Fei-Fei Li, i quali, in un complesso gioco di competizione e talvolta di collaborazione, hanno portato l’AI a livelli di sviluppo prima inimmaginabili. Queste personalità e i loro team sono visti come gli operai che stanno costruendo i nuovi grattacieli di un’era digitale, un’immagine che rende bene la portata titanica del loro lavoro.

L’incoronazione non è, tuttavia, una celebrazione acritica. Il Time assume una posizione di osservatore e narratore di una svolta storica, riconoscendo che l’AI genera tanto stupore quanto inquietudine. È una tecnologia che promette di ampliare i confini del possibile, di sbloccare nuove opportunità economiche e scientifiche, ma che solleva al contempo interrogativi etici e sociali di vasta portata. Si fa riferimento, ad esempio, al potenziale di automazione che potrebbe sostituire fino a trecento milioni di posti di lavoro equivalenti a tempo pieno a livello globale, esponendo una quota significativa delle mansioni lavorative negli Stati Uniti e in Europa. L’ascesa dell’AI porta con sé anche il rischio di una concentrazione estrema di ricchezza e potere nelle mani di pochi, un fenomeno che ricorda i grandi squilibri sociali osservati un secolo fa, durante le precedenti grandi rivoluzioni industriali.

L’impatto dell’intelligenza artificiale ha già iniziato a riorientare le politiche governative in tutto il mondo e ha alterato le rivalità geopolitiche, venendo considerata da alcuni come lo strumento più cruciale nella competizione tra grandi potenze dall’avvento delle armi nucleari. Se da un lato ha il potere di portare i robot e l’automazione nelle case, dall’altro costringe a una riflessione profonda sul ruolo futuro dell’umanità.

In definitiva, la scelta del Time per il 2025 non è un giudizio morale, ma la constatazione di un fatto: ci troviamo a percorrere un mondo sempre più plasmato e definito dall’intelligenza artificiale. La rivista non condanna né esalta, ma riconosce la potenza di coloro che hanno costruito questa tecnologia. Guardando al futuro, il messaggio è chiaro: l’umanità, pur essendo immersa in questa rivoluzione, deterrà sempre il compito cruciale di determinare la direzione e la struttura dell’AI, e ogni individuo può e deve svolgere un ruolo nel definirne il percorso.

Di Fantasy