Capgemini ha recentemente annunciato un’innovazione che promette di accelerare significativamente la bioeconomia: un metodo di ingegneria proteica basato sull’intelligenza artificiale generativa. Questa metodologia, alimentata da un modello linguistico specializzato per proteine (pLLM), è in grado di prevedere le varianti proteiche più efficaci utilizzando il 99% in meno di dati rispetto ai metodi tradizionali. Con una domanda di brevetto in corso, questa innovazione è destinata a stimolare progressi in settori chiave come la sanità, l’agricoltura e la scienza ambientale.
Una delle sfide principali nella ricerca biotecnologica è rappresentata dal collo di bottiglia dei dati: la necessità di enormi quantità di informazioni per sviluppare soluzioni efficaci. La nuova metodologia di Capgemini affronta questo ostacolo consentendo scoperte con set di dati più piccoli. Ciò significa che le organizzazioni possono sviluppare nuove soluzioni biologiche anche in ambienti con risorse limitate. Riducendo i costi e i tempi di ricerca, questa approccio permette alle aziende di esplorare soluzioni che in precedenza sarebbero state troppo costose o impraticabili.
Roshan Gya, CEO di Capgemini Invent, ha sottolineato l’impatto di questa innovazione: “La nostra nuova metodologia è più veloce, più economica e apre la porta a nuove opportunità per i clienti di sviluppare soluzioni biologiche innovative.”
Un’applicazione concreta di questa tecnologia è stata l’ottimizzazione di un enzima cutinasico, che ha aumentato la sua capacità di degradare il PET del 60%. Questo miglioramento rende più facile ed economico affrontare i rifiuti di plastica, contribuendo a ridurre l’inquinamento ambientale e i costi di gestione dei rifiuti.
In ambito medico, le previsioni basate sull’IA hanno ridotto il numero di esperimenti necessari per migliorare la Green Fluorescent Protein (un marcatore di ricerca ampiamente utilizzato) da migliaia a soli 43, aumentando la sua luminosità di sette volte. Questa efficienza può accelerare la scoperta di farmaci, la diagnostica e le applicazioni di bioingegneria.
Stephen Wallace, professore di biotecnologia chimica all’Università di Edimburgo, ha elogiato l’approccio di Capgemini: “L’approccio basato sull’IA generativa di Capgemini rappresenta un passo significativo nell’ingegneria proteica. Riducendo drasticamente i requisiti di dati, Capgemini ha trasformato fondamentalmente i tempi di innovazione nella bioingegneria.”
Questa innovazione è stata sviluppata nel laboratorio di biotecnologia basato sull’IA di Capgemini presso Cambridge Consultants nel Regno Unito. Da oltre dieci anni, Cambridge Consultants è all’avanguardia nell’ingegneria biologica e nello sviluppo dell’IA, riunendo esperti in biologia, chimica, IA, gemelli digitali, elettronica e sostenibilità per spingere i confini della scoperta scientifica.