Nonostante le forti opposizioni da parte della comunità artistica, la casa d’aste Christie’s ha recentemente concluso un’asta dedicata a opere d’arte create con l’ausilio dell’intelligenza artificiale (IA), registrando un incasso superiore alle aspettative. Questo evento segna un ulteriore passo verso l’integrazione dell’IA nel mondo dell’arte, suggerendo la possibilità che l’arte generata dall’IA diventi una nuova tendenza nel mercato delle aste.
L’asta online, intitolata “Augmented Intelligence”, si è svolta dal 20 febbraio al 5 marzo e ha visto la partecipazione di numerosi artisti che utilizzano l’IA come strumento creativo. Christie’s ha annunciato che l’evento ha generato un totale di 728.000 dollari, superando la stima minima prevista di 600.000 dollari. Durante l’asta sono state presentate 34 opere, di cui 28 vendute con successo.
L’annuncio dell’asta ha suscitato reazioni contrastanti. Oltre 6.500 artisti hanno firmato una lettera aperta chiedendo l’annullamento dell’evento, sostenendo che l’uso dell’IA nella creazione artistica potrebbe promuovere la violazione dei diritti d’autore e svalutare il lavoro degli artisti umani. Tuttavia, Christie’s ha difeso la sua decisione, affermando che gli artisti partecipanti sono riconosciuti per l’uso innovativo di diverse tecniche, e che l’IA è stata utilizzata per potenziare le loro opere, non per sostituire la creatività umana.
Tra le opere vendute, spicca “ISS Dreams” dell’artista turco Refik Anadol, venduta per 277.200 dollari, superando la stima iniziale di 150.000-200.000 dollari. L’opera è un video di 16 minuti che combina 1,2 milioni di immagini satellitari della Terra e fotografie scattate dalla Stazione Spaziale Internazionale, elaborati attraverso algoritmi di IA per creare un’esperienza visiva immersiva.
Un’altra opera degna di nota è “Embedding Study 1 & 2” di Holly Herndon e Mat Dryhurst, venduta per 94.500 dollari. L’opera rappresenta Herndon in una tuta spaziale, generata attraverso tecniche di IA che combinano elementi visivi e sonori.
Inoltre, “B-spline Men” di Charles Csuri, considerato il padre dell’arte digitale e dell’animazione al computer, è stata venduta per 50.400 dollari. L’opera, realizzata nel 1966, utilizza la funzione matematica B-spline per rappresentare un uomo barbuto disegnato con inchiostro su carta.
Il successo di questa asta, insieme a precedenti eventi come la vendita di un ritratto di Alan Turing realizzato dal robot artista Ai-Da per 1.084.800 dollari da Sotheby’s, indica un crescente interesse per l’arte generata dall’IA. Secondo un rapporto della compagnia assicurativa Hiscox, i nuovi acquirenti sono più propensi ad accettare l’arte generata dall’IA rispetto ai collezionisti tradizionali. Christie’s ha inoltre rilevato che il 37% dei partecipanti all’asta era alla prima esperienza, e il 48% apparteneva alla generazione MZ (Millennials e Generazione Z), suggerendo che l’arte generata dall’IA potrebbe attrarre un pubblico più giovane e tecnologicamente orientato.