Arthur Herman, direttore dell’iniziativa Quantum Alliance presso l’Hudson Institute, ha evidenziato che, sebbene le criptovalute siano considerate sicure grazie alla crittografia a chiave pubblica della blockchain, i progressi nella computazione quantistica potrebbero compromettere questa sicurezza. Herman ha dichiarato: “Il problema non riguarda solo le criptovalute, ma l’intero mercato finanziario potrebbe diventare vulnerabile agli attacchi.”
Nonostante la computazione quantistica sia ancora nelle sue fasi iniziali e la sua commercializzazione possa richiedere dai 10 ai 30 anni, recenti sviluppi indicano un’accelerazione significativa nel campo. Ad esempio, il mese scorso, Google ha annunciato il chip “Willow”, capace di eseguire in 5 minuti calcoli che avrebbero richiesto 10.700 miliardi di anni ai supercomputer attuali. Questo progresso ha risolto problemi di correzione degli errori nei qubit, una sfida che persisteva da oltre 30 anni.
Lars Hultkvist, CEO di Lastwell, ha sottolineato che, sebbene non sia chiaro quanto tempo ci vorrà per sviluppare dispositivi quantistici completamente funzionanti, la stabilizzazione progressiva della tecnologia potrebbe aprire nuove possibilità. Tuttavia, ha avvertito: “La tecnologia quantistica potrebbe compromettere i sistemi di crittografia utilizzati per proteggere le informazioni personali. Dobbiamo ripensare tutti i database e le tecniche di crittografia attuali.”
Inoltre, Herman ha spiegato che gli attacchi condotti tramite computer quantistici potrebbero operare all’interno dei sistemi senza lasciare tracce, permettendo agli aggressori di causare danni significativi senza essere scoperti. Ha affermato: “A differenza degli hacker tradizionali che attaccano singoli sistemi, un attacco quantistico potrebbe compromettere simultaneamente tutti i sistemi, permettendo il furto immediato di beni o denaro.”