L’edizione 2025 dei Premi David di Donatello ha portato alla ribalta un cortometraggio innovativo che ha suscitato dibattiti e riflessioni nel mondo del cinema italiano. “Uncanny Boulevard (Il Viale del Mistero)”, diretto da Marco Maldera, è stato candidato come Miglior Cortometraggio. La particolarità di questo film risiede nel suo processo creativo: gran parte della sceneggiatura è stata elaborata utilizzando l’intelligenza artificiale.
“Uncanny Boulevard” narra la storia di Kristine, interpretata da Kristin Samuelson, una madre disposta a tutto pur di salvare la vita della figlia Olivia (Siobhan Brandman). Una compagnia di neurotecnologia basata sull’intelligenza artificiale propone un procedimento sperimentale che spinge Kristine a confrontarsi con dilemmi etici e morali. La sceneggiatura è stata in parte scritta da GPT-Neo, una versione open source di GPT-3 sviluppata da EleutherAI. Questo modello di intelligenza artificiale ha generato la trama e i dialoghi, che sono stati successivamente adattati e tradotti in italiano.
La candidatura del cortometraggio ha sollevato interrogativi riguardo ai confini dell’uso dell’intelligenza artificiale nella creazione artistica. L’Associazione Nazionale Autori Cinematografici (ANAC) ha espresso perplessità, sottolineando che un’opera interamente o prevalentemente scritta da un’IA potrebbe non rispecchiare l’idea di “opera prima” secondo le normative vigenti. Questo dibattito mette in luce le sfide nell’adattare le categorie tradizionali del cinema alle nuove frontiere tecnologiche.
L’introduzione dell’intelligenza artificiale nel processo creativo cinematografico invita a riflettere sul ruolo dell’autore e sull’autenticità artistica. Se da un lato l’IA offre strumenti innovativi per l’espressione creativa, dall’altro solleva interrogativi sulla paternità dell’opera e sull’influenza della tecnologia nella narrazione. Il caso di “Uncanny Boulevard” rappresenta un punto di partenza per una discussione più ampia su come il cinema possa evolversi integrando l’intelligenza artificiale senza perdere la sua essenza umana.