VTouch, una startup innovativa, sta facendo parlare di sé nel mondo dei dispositivi indossabili con il suo anello di conversazione vocale AI, il WIZPR RING. Nonostante il crescente interesse per questo tipo di dispositivi, il CEO di VTouch, Seok-joong Kim, riconosce i limiti attuali del mercato.
Molti dispositivi IA indossabili, come visori VR, mollette, braccialetti e anelli, stanno emergendo, ma spesso vengono criticati per la loro mancanza di utilità rispetto agli smartphone. Kim sottolinea come gli smartphone siano diventati “dispositivi sovralimentati”, in grado di soddisfare quasi tutte le esigenze degli utenti, dalla navigazione web allo shopping, grazie alla loro potenza e al sistema operativo che li gestisce.
Tuttavia, Kim vede un’opportunità per i dispositivi IA di colmare le lacune lasciate dagli smartphone. Secondo lui, il problema principale risiede nell’interfaccia utente. Mentre gli smartphone offrono un’esperienza touch intuitiva e precisa, i dispositivi IA spesso si affidano alla voce o al movimento, che possono essere meno pratici e precisi, soprattutto in attività come lo shopping online.
La soluzione proposta da VTouch è Spatial Touch, un’app che utilizza Vision AI per controllare tablet e smartphone a distanza con semplici gesti. Questa app ha già superato gli 8 milioni di download, dimostrando il suo potenziale nel migliorare l’interazione con i dispositivi mobili in situazioni in cui l’uso del touch screen è scomodo o impossibile.
VTouch sta anche sviluppando un piccolo modello linguistico (sLM) per integrare chatbot come Wizpering nei suoi dispositivi. L’obiettivo è creare un’esperienza di conversazione più naturale e personalizzata, superando i limiti della verbalizzazione e offrendo agli utenti raccomandazioni e suggerimenti in linea con le loro preferenze e necessità.
Kim sottolinea che i dispositivi IA non devono competere direttamente con gli smartphone, ma piuttosto integrarsi con essi, offrendo un’esperienza utente più completa e personalizzata. La chiave del successo, secondo lui, sta nell’iper-personalizzazione, che consente ai dispositivi IA di comprendere le esigenze degli utenti anche con input approssimativi.